Non si può parlare di censura da parte del governo gialloverde nel caso di un eventuale cambio di rete, allo stato attuale nulla più che una semplice ipotesi, del conduttore Fabio Fazio che potrebbe lasciare Rai 1 per approdare a Rai 3. Potrebbe sembrare una presa di posizione di qualche esponente dell’attuale maggioranza eppure ad affermarlo, in modo del tutto inatteso, è stato il deputato del Pd Michele Anzaldi.
Il politico, esperto delle vicende Rai, nonché membro della commissione vigilanza, è intervenuto a gamba tesa sulla questione che, in questi giorni, sta tenendo banco tanto sui media quanto nel dibattito politico dove, tra l’altro, spiccano proprio i suoi colleghi di partito. In un gesto di grande onestà intellettuale, Anzaldi, come riporta il quotidiano Leggo, senza mezzi termini ha raccontato: “Censura del governo contro Fazio per un suo eventuale ritorno su Rai tre? I colleghi del mio partito che ne parlano evidentemente non sono ben informati sul caso”.
Eh già perché la questione non è affatto definita tanto che, dopo i primi rumor circolati in merito a questa pura e semplice eventualità, gli stessi vertici di viale Mazzini si sono affrettati a negarlo. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di una smentita di facciata ma anche lo fosse, significherebbe che non avverrà in tempi brevi.
Ma c’è di più perché secondo il dem, il passaggio del noto conduttore di Che tempo che fa da Rai 3 a Rai 1 sarebbe avvenuto grazie “ad una lunga serie di profili di illegalità” da lui stesso denunciati “con dettagliati esposti a Corte dei Conti e Anac”. Ed è proprio l’Authority, al cui vertice siede Raffaele Cantone, confermava quanto certificato dalla denuncia dell’esperto di questioni di viale Mazzini e che, per questo, trasferiva il fascicolo alla magistratura contabile.
Quindi più che una censura, come gridato da molti colleghi di partito tra cui l’eurodeputata Pina Picierno, l’eventuale ritorno di Fazio a Rai 3, secondo Anzaldi assomiglia più ad un modo per sanare la spinosa questione sotto almeno due punti di vista.
In primo luogo perché, in occasione del passaggio alla rete ammiraglia, Fazio “ha preteso che la produzione milionaria della trasmissione fosse assegnata a una sua società personale” realizzando “un abuso senza precedenti” e ottenendo un contratto blindato di 4 anni dove “solo lui guadagna oltre 3 milioni all’anno”. In secondo luogo ma non meno importante, la questione degli ascolti.
Che tempo che fa, infatti, aveva uno share da record per gli standard di Rai 3 ma passato sulla rete ammiraglia faceva “meno ascolti delle fiction che c’erano prima al suo posto”. In questo modo anziché portare un beneficio all’azienda di viale Mazzini, il passaggio alla rete ammiraglia ha “oggettivamente danneggiato gli ascolti di tutta la Rai”. Insomma un fiasco da sanare, non di certo un atto di censura per il quale gridare allo scandalo.