Per una visita oculistica in una struttura pubblica, un residente della Campania deve aspettare mediamente 101,1 giorni. Quasi il doppio rispetto ai 58,8 di un cittadino del Veneto. E che dire dei quasi 4 mesi (117,9 giorni) che un abitante del Lazio deve pazientare per un’ecocardiografia? Fosse residente in Campania se la caverebbe in 36,2 giorni. Ma nel Lazio non se la passa bene neppure chi alla Sanità pubblica si rivolge per un ecodoppler (123 giorni), un eco tiroide (123,7), una gastroscopia (158,4) o una colonscopia (175,7). A rivelarlo l’Osservatorio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei Sistemi Sanitari Regionali del Consorzio per la ricerca economica applicata in Sanità e dell’Università di Tor Vergata.
I tempi di attesa si accorciano notevolmente se dal pubblico si passa al regime intramoenia: 6,8 giorni per una visita oculistica nel Lazio e 5,7 in Campania; un giorno per un ecodoppler in Veneto, appena 5 per una coronarografia in Lombardia. E nelle strutture convenzionate? Per la solita visita oculistica nel Lazio bastano 16 giorni di attesa, 7,5 per un ecodoppler in Campania, 9,1 per un Rx articolare in Lombardia e 20,5 per farsi visitare da un ortopedico in Veneto. Nelle quattro Regioni prese in esame dal Report, tuttavia, per quanto riguarda le strutture accreditate “si registrano tempi decisamente lunghi”, per alcune prestazioni in Lombardia (63 giorni per una colonscopia) e in Campania (90 giorni per una coronografia). Mentre “nelle strutture private, per le prestazioni a pagamento pieno, la situazione è simile all’intramoenia”.
Per confrontare la situazione nelle diverse Regioni sono stati elaborati tre indicatori. Il primo relativo al personale in rapporto alla popolazione residente. A fronte di una media nazionale di 11,8 unità impiegate nel Servizio sanitario, la forbice oscilla dalle 8,6 della Campania, che vanta la minor copertura d’Italia, alle 16,6 della Val d’Aosta. Si collocano sotto la media anche Lombardia (11,7), Lazio (11,1), Abruzzo (10,7), Puglia (10,3), Calabria (9,9) e Sicilia (9,7). Il secondo indicatore riguarda, invece, il numero dei posti letto nelle strutture private accreditate. A fronte di una media nazionale di 0,75 ogni mille residenti, è ancora la Campania “si conferma la Regione con la maggiore quota di privato”. Seguita dal Lazio (0,91) e dalla Lombardia (0,83). Mentre il Veneto, con appena 0,26 posti letto privati accreditati ogni mille residenti (seconda solo alla Liguria con 0,13) si conferma la Regione “con un netto primato del pubblico”. Dati che, di conseguenza, “si riverberano sulle risorse destinate all’acquisto di servizi sanitari in convenzione/accreditamento”. Se la spesa media nazionale per il 2015 si è attestata sui 300,12 euro, a farla da padrone è stata di nuovo la Campania (377 euro) contro gli appena 151,81 euro dell’Umbria. Ampiamente sopra la media anche il Lazio (376,41) e la Lombardia (361,23).