Dopo la doppia fiducia a Palazzo Madama e a Montecitorio, il decreto Sicurezza supera anche la prova del Quirinale. Ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato per la promulgazione la legge di conversione del dl che porta la firma del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. E che detta nuove norme in materia di protezione internazionale, immigrazione, sicurezza pubblica e il funzionamento dell’Agenzia nazionale preposta all’amministrazione e all’impiego dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Una notizia che il leader della Lega ha accolto con un tweet. “Dalle parole ai fatti!”, assicura il vice premier difendendo, davanti ai microfoni di Rtl, il provvedimento che “dà più diritti ai rifugiati veri”. Nonostante il lungo elengo di critici e detrattori accumulati nel corso dell’iter del decreto lette: “E’ da quando è nato che questo Governo incassa critiche a prescindere”.
A cominciare dal sindaco di Riace, Mimmo Lucano, indagato per i presunti matrimoni combinati tra stranieri e italiani e attualemente sottoposto a divieto di dimora nel Comune da lui guidato ed eretto dalla Sinistra a modello esemplare di integrazione. “Il dl sicurezza è disumano, sta generando degli orrori – ha fatto sapere il primo cittadino del Comune calabrese, ospite a Circo Massimo su Radio Capital , replicando proprio a Salvini che ha rivelato di aver ricevuto attestati di stima dal mondo ecclesiastico -. Il cristianesimo è amore, non odio razziale. Come può un cristiano votare per Salvini? Non posso credere che essere vicini al Vangelo significhi essere disumani rispetto alle persone”. Critiche dinanzi alle quali Salvini non fa una piega. Anzi, il ministro dell’Interno tira dritto e rilancia.
“E’ necessario smontare le bufale che stanno circolando da giorni. Più diritti per i veri rifugiati e meno sprechi per quanti rifugiati non sono”, taglia corto il vicepremier commentando la promulgazione del decreto da parte del Quirinale. Mentre dal Viminale precisano che il decreto “non è retroattivo” e che “le eventuali uscite dal sistema di accoglienza di soggetti con protezione umanitaria avvengono, come in passato, alla consegna del permesso di soggiorno con il quale l’immigrato può avviare il proprio percorso socio-lavorativo”. Quanto alle verifiche all’interno del sistema d’accoglienza, fanno sapere ancora fonti del ministero, vengono “fatte periodicamente come è sempre stato, visto che è un servizio pagato con i soldi pubblici ed è doveroso controllare”.
Infine, per quanto riguarda lo Sprar, la legge prevede un “miglioramento” del sistema, che garantirà un’accoglienza ancora più efficace per chi è rifugiato”. Negli Sprar, concludono le fonti del Viminale, “non entreranno più i soggetti beneficiati dalla protezione umanitaria. Chi ha il permesso per motivi umanitari e si trova già nello Sprar potrà rimanervi fino alla fine del progetto. E i richiedenti asilo, solo da oggi, non potranno andare nello Sprar ma possono andare o restare nei Cas”.