“Un paradosso”. Non ha dubbi il vice presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Giuseppe Buompane (M5S). Sanzionandoci “per un debito che è esploso a causa delle misure di austerità che la stessa Unione ha caldeggiato”, è come se “la Commissione ieri bocciando l’Italia sul debito bocciasse se stessa”.
Di Maio e Salvini escludono modifiche della Manovra nonostante la procedura d’infrazione Ue sia ormai una certezza. Fanno bene a tenere il punto?
“A mio avviso fanno benissimo. Dovremmo dare precedenza ad una eventuale sanzione, peraltro ingiusta, rispetto al contratto di governo che abbiamo firmato per onorare gli impegni elettorali con gli italiani?”.
Sabato Conte vedrà Juncker a Bruxelles. Ma se non ci sono margini per modificare la legge di bilancio e ogni ipotesi di trattativa è esclusa in partenza, a cosa servirà questo incontro?
“Servirà ad evitare future incomprensioni che potrebbero creare ulteriori incertezze sui mercati. L’abilità di Conte nel rappresentare le posizioni del nostro governo nelle sedi europee è riconosciuta trasversalmente. Spiegare a Juncker la Manovra nel merito e rassicurarlo sul target del deficit al 2,4%, che in ogni caso non verrà superato, sarà utile sia alla Commissione che all’Italia”.
Conte ha messo in evidenza un paradosso: l’Italia viene punita per il debito che, non questo Governo, ma gli Esecutivi precedenti hanno aumentato…
“È il paradosso dell’Unione europea: vorrebbero sanzionarci per un debito che è esploso a causa delle misure di austerità che la stessa Unione ha caldeggiato nell’ultimo decennio. In pratica la Commissione ieri bocciando l’Italia sul debito ha bocciato se stessa. Noi vogliamo uscire da questo cortocircuito cambiando ricetta, tramite una manovra finalmente espansiva”.
Il professor Rinaldi, intervistato ieri da La Notizia, ha detto chiaramente qual è a suo avviso l’obiettivo perseguito da Bruxelles con la procedura avviata contro il nostro Paese: punirne uno, cioè l’Italia, per educarne cento, che poi sarebbero i 28 dell’Ue. Condivide?
“Condivido, e aggiungo che questa filosofia anti-democratica fu alla base del massacro del popolo greco. Se l’Unione non cambia logica l’intero progetto è a rischio. Il governo Conte sta tentando un salvataggio disperato dell’Europa, per questo sorrido quando mi dicono che siamo anti-europeisti”.
Nel braccio di ferro tra Roma e Bruxelles c’è chi ritiene che la posta vada oltre la Manovra italiana. In ballo ci sarebbe l’intero modello economico retto da stringenti parametri di bilancio su cui si fonda l’Unione europea. Se l’Italia dimostra che la ricetta della sua legge di bilancio è giusta, questo modello potrebbe saltare?
“Esatto. Il più grande timore di questa Commissione europea è che la Manovra del Popolo funzioni, rilanciando la crescita e avviando il debito su un sentiero di decisa riduzione. Il ricatto dello spread serve ad imporre una Manovra restrittiva ad un governo rispettoso degli impegni elettorali. Non ci facciamo impressionare”.
Nel giorno della decisione dell’Ue lo spread ha chiuso in ribasso. Ma è chiaro che, a lungo andare, un rendimento troppo alto dei titoli di Stato potrebbe diventare un problema serio. Quali contromisure crede si possano adottare?
“Contiamo di riportare lo spread a livelli fisiologici in breve tempo, dimostrando con i fatti la natura espansiva della manovra. Siamo però pronti a rispondere all’instabilità finanziaria, qualora dovesse minacciare le nostre banche e i risparmiatori. Già in Legge di Bilancio voteremo due emendamenti che consentono ai nostri istituti di credito non quotati di valutare i titoli di stato posseduti al loro valore di acquisto invece che a quello di mercato, così da proteggerli dalla speculazione. Uno scudo anti-spread che non viola alcuna regola europea”.