“Qualcuno dovrebbe ricordare a Confalonieri che nel mercato pubblicitario è Publitalia che sta godendo di un surplus di raccolta proprio per effetto del suo grande ruolo sui centri media”. Non ha dubbi il senatore Gianluigi Paragone, commissario della Vigilanza Rai in quota M5S. Che replica all’accusa lanciata dal presidente di Mediaset secondo cui Viale Mazzini starebbe esercitando pratiche sleali sul mercato pubblicitario. “Se Confalonieri vuole rivedere il discorso del mercato pubblicitario sono molto disponibile a farlo – aggiunge Paragone –. Però andiamo proprio a vedere il ruolo delle centrali media e che ruolo giocano i grandi soggetti, come Publitalia, nel mercato dell’intermediazione pubblicitaria. Fermo restando che la mia è una semplice riflessione sullo stato dell’arte, ma non è accompagnata da nessuna proposta politica particolare”.
Confalonieri accusa la Rai di concorrenza sleale a Mediaset attraverso pratiche di dumping. Davvero Viale Mazzini sta svendendo la pubblicità?
“Per comprendere il mercato pubblicitario bisogna capire tecnicamente cosa sta accadendo. Pensiamo che dietro l’acquisto o la vendita di spazi pubblicitari ci siano agenti della Rai o di Publitalia o di Cairo. Non è così. Oggi il vero player della vendita degli spazi sono le centrali media. Quindi la vendita della pubblicità, di fatto, è frutto di una intermediazione. Quando Confalonieri parla di pubblicità è un po’ come il mago (il campione mondiale cinese di magia Eric Chien, ndr) che sta andando per la maggiore nelle home page dei giornali. O fa il mago o fa il piangina (lamentoso in lombardo, ndr), delle due l’una”.
Sta dicendo che la sua accusa non sta in piedi?
“E’ difficile dire che la Rai faccia dumping quando ha soltanto il 18 per cento del mercato pubblicitario con ascolti alti. In altre parole non è un player a cui puoi rimproverare di fare dumping perché ha una quota di mercato che non te lo permette. Lo fa chi è in una posizione di monopolio o di assoluta supremazia. Mediaset, invece, ha oltre il 60 per cento del mercato pubblicitario. Quindi c’è uno squilibrio notevole”.
Resta il fatto che Confalonieri ha chiesto all’Agcom, di intervenire. Se necessario ricorrendo pure alla Var…
“Qualcuno dovrebbe ricordare a Confalonieri che nel mercato pubblicitario è Publitalia che sta godendo di un surplus di raccolta proprio per effetto del suo grande ruolo sui centri media. Potremmo ricordare a Confalonieri che adesso a Publitalia ‘80 c’è Stefano Sala che fino al 2014 era a capo di GroupM che è una delle più grandi centrali media”.
Dall’ultima trimestrale, Mediaset ha rendicontato un incremento della raccolta pubblicitaria di oltre il 3%. Non le pare contraddittorio rispetto alle ultime affermazioni di Confalonieri?
“Canale 5 ha una raccolta pubblicitaria superiore a un miliardo con un 15 per cento di ascolto circa, La7 ha un ascolto tra il 4 e il 5 per cento, tra l’altro le sue performance migliori le fa in prime time, cioè quando gli spazi hanno un costo maggiore, e ha una raccolta pubblicitaria di 150 milioni.Se dovessi fare la proporzione tra ascolti medi di Canale 5 e La7, allora la raccolta pubblicitaria dovrebbe essere almeno di 500 milioni. Ma questo non accade, forse proprio perché tutto dipende dai diritti di negoziazione della raccolta pubblicitaria. Sono le centrali media che gestiscono il grosso della pubblicità”.
Di che numeri stiamo parlando?
“Gestiscono il 90 per cento del mercato totale, incluso Google e Facebook, di questo 90 per cento, che si quantifica intorno agli 8 miliardi di euro, il 50 per cento finisce nel mercato pubblicitario delle televisioni, cioè all’incirca 4 miliardi. Il 60 per cento di questi 4 miliardi, attraverso l’intermediazione, se lo becca Mediaset con il 32 per cento di ascolto. Ecco perché non gli conviene fare il piangina. Perché Mediaset è dentro la grande torta dell’intermediazione pubblicitaria. Prova ne è il fatto che uno dei maggiori player, cioè GroupM, aveva a capo un uomo che oggi, guarda caso, è a capo di Publitalia ‘80. Quindi sono connesse. La Rai è penalizzata da questa intermediazione”.
L’Ad Rai Salini ha respinto le accuse di Confalonieri, negando pratiche scorrette. Le è sembrata una difesa convincente?
“La risposta di Salini è giusta. Nel senso che non fanno un dumping che penalizza Mediaset. Ma perché non può farlo un editore che raccoglie il 18 per cento della pubblicità. Ancora una volta rischiamo di stare un passo indietro. Se il gioco è quello della mera contabilità, come tenta di fare Confalonieri, la gente non vede l’inganno. La magia nasconde un trucco. Cambierei il nome di Rai pubblicità. Aggiungerei che tornerei al nome Sipra perché se tu vai a vendere il tuo prodotto con l’insegna Rai stai già limitando il tuo potere di raccolta o di vendita”.
L’obiettivo di Confalonieri è puramente aziendale o c’è di mezzo la politica?
“Se Confalonieri vuole rivedere il discorso del mercato pubblicitario sono molto disponibile a farlo però andiamo proprio a vedere il ruolo delle centrali media e che ruolo giocano i grandi soggetti, come Publitalia, nel mercato dell’intermediazione pubblicitaria. Parliamo dei diritti di negoziazione. Io sono disponibile, accetto volentieri, se non lo vuole fare lui lo possiamo fare attraverso il loro riferimento in Forza Italia, che è Adriano Galliani. Però a quel punto sveliamo il gioco delle centrali media. Vediamo se Publitalia ci sta, oppure no. E lo andiamo a vedere esattamente dove Publitalia fa un surplus”.
Sta dicendo, in altre parole, che attaccando la Rai sulla pubblicità Mediaset avrebbe commesso un autogol?
“Il binario principale su cui corre Mediaset non è la produzione televisiva bensì la raccolta pubblicitaria. Ecco perché secondo me Confalonieri ha sbagliato a stuzzicare il can che dorme. Finora gli è andata bene. Non so se vogliono ancora di più, ma è impossibile. Perché il problema non riguarda soltanto la Rai, riguarda tutti gli editori perché questo meccanismo dell’intermediazione della raccolta pubblicitaria penalizza anche gli editori della carta stampata. Lo dico agli altri editori, se hanno capito lo spirito della battaglia: Confalonieri sta cercando di allargare ancora di più lo spazio a favore di Mediaset rispetto alla raccolta pubblicitaria”.
E come se ne esce?
“Andando a rompere i diritti di negoziazione, andando a intervenire sull’intermediazione della raccolta, cioè sul ruolo delle centrali media, si liberano tante risorse pubblicitarie. Questo sarebbe positivo. Gli editori liberi dovrebbero rivendicare questa battaglia. Finora gli unici che stanno rispondendo nel merito a Confalonieri, siamo noi, è il M5S”.