Nel Partito democratico ogni occasione è buona per sparare contro l’Italia. Anche di fronte ad un’iniziativa come la Conferenza di Palermo sulla Libia, definita dal rappresentante speciale Onu, Ghassan Salamè, “una pietra miliare nello sforzo comune per tracciare una via per portare fuori da questa situazione i nostri amici libici”. Eppure, al Nazareno hanno visto un altro film. “è con dispiacere per il nostro Paese che constatiamo il sostanziale fallimento del summit di Palermo sulla Libia. Il portavoce del Premier lo ha definito un incontro storico, ma già lo stesso presidente del Consiglio ha dovuto chiarire come non si aspettasse risultati definitivi”, pontifica l’ex ministra della Difesa, Roberta Pinotti. “Di fatto, la conferenza si è conclusa con molti auspici ma senza dichiarazioni ufficiali, né passi avanti. Farà fatica la propaganda del Governo a dipingere questa tappa come uno spartiacque positivo nella storia libica”. L’ex ministro degli Interni, Marco Minniti, non è da meno: “L’Italia appare abbastanza isolata. I leader sono andati il giorno prima a Parigi ma poi in Italia il giorno dopo non c’era nessuno, mancano le grandi potenze europee, mancano gli Usa”. Ma c’era l’Italia al centro della scena internazionale, dopo l’abdicazione dei precedenti governi di centrosinistra che delegarono all’Onu il dossier Libia, lasciando campo libero alla Francia.
Conferenza di Palermo. Tutti parlano di grande successo. Tranne i Dem che quando erano al Governo delegarono all’Onu il dossier Libia, lasciando campo libero alla Francia
Gli ex ministri del Pd, Pinotti e Minniti, critici sui risultati della Conferenza di Palermo sulla Libia