Il nome completo è “Struttura di missione con il compito di attivare tutte le possibili azioni dirette a prevenire l’insorgere del contenzioso europeo e a rafforzare il coordinamento delle attività volte alla risoluzione delle procedure d’infrazione”. Pochi ne hanno mai sentito parlare, ma è la struttura fondamentale – interna a Palazzo Chigi – per ridurre il numero di procedure aperte dinanzi all’Unione europea. E l’intenzione del Governo, in particolare del ministro competente, Paolo Savona, è su questo punto più che chiara: accanto agli uffici in cui lavorano i suoi più stretti collaboratori, l’economista ha messo su una vera e propria task force, implementando il lavoro fin qui svolto dai suoi predecessori, con l’obiettivo dichiarato di prevenire l’insorgere di contenziosi a Bruxelles. Un punto essenziale, specialmente in giorni, come questi, di forte acredine tra Italia e Unione europea e col rischio, non secondario, di una nuova procedura d’infrazione. Ma, questa volta, non per una direttiva disattesa o non recepita, ma per una Manovra non confacente – secondo gli euroburocrati – ai tetti del Patto di Stabilità.
IL TEAM DI ESPERTI – E forse, allora, non è un caso che soltanto nell’ultimo periodo sono stati “assoldati” dalla struttura di missione (che fa capo direttamente a Palazzo Chigi) ben sette consulenti. Le persone scelte, o confermate, non sono prese a caso, trattandosi di consiglieri di Stato, cassazionisti e giuristi. Massima competenza in un settore che per troppi anni ci ha visto essere i meno “ligi” al diritto europeo. Tra gli altri, ad esempio, c’è Federico Di Matteo, consigliere di Stato e già consulente giuridico presso l’Ufficio del coordinamento legislativo del Mef. Il suo nome non è casuale, considerando che più volte si è occupato di procedure d’infrazione in qualità di avvocato dello Stato italiano (incarico ricoperto dal 2011 al 2018). Anche Alessandro Verrico arriva dal Consiglio di Stato, dopo aver lavorato per anni alla Corte dei Conti. All’interno della struttura lavoreranno altri esperti come Massimo Urbani, Elena Cano e Giulia Massotti, che già conoscono la “macchina” essendosi già occupati della questione con l’ex sottosegretario con la delega alle politiche comunitarie, Sandro Gozi.
L’EX ONOREVOLE – Tra le altre, ancora, spicca anche un ex onorevole. Parliamo di Giuseppe Lauricella, che nella scorsa legislatura è stato parlamentare nelle file del Partito democratico. Nessuna guerra partitica, dunque, nei confronti di chi non è “in linea” con i gialloverdi. Ma spazio alla competenza, se consideriamo che tra le altre cose Lauricella è stato anche vicepresidente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, oltreché professore e avvocato cassazionista.
ANTI-TROIKA – Il leit-motiv, però, resta sempre lo stesso: pur non uscendo dall’euro o dall’Europa, occorre riformare l’istituzione. Ed è per questo che, come già scritto dal nostro giornale, negli uffici facenti capo a Savona il nome, tra tutti, che spicca tra i suoi collaboratori è quello di Jan Kregel, uno dei più eminenti studiosi della scuola post-keynesiana secondo cui, tra le altre cose, il mercato non è equo, né efficiente, né si auto-regola; per cui è necessario l’intervento dello Stato. Esattamente come teorizzato spesso anche dallo stesso Savona. Il quale, non a caso, nella lettera che scrisse prima della formazione del Governo, sottolineava: “Suggerisco di meditare gli scritti di Kregel, anche recenti, sull’euro e sulla politica fiscale”. Se dovesse arrivare una bocciatura sulla Manovra, insomma, la squadra è già pronta.