In Transatlantico, a Palazzo Madama, c’è chi la racconta con una metafora calcistica. “Con il via libera del Senato al decreto Sicurezza la Lega segna un gol clamoroso. Noi vogliamo fare altrettanto alla Camera con l’emendamento al ddl anticorruzione che stoppa la prescrizione dopo il verdetto di primo grado”, spiega un autorevole esponente del Movimento 5 Stelle. Perché, in fondo, quelle che si stanno giocando in queste ore in Parlamento sono due tempi della stessa partita. Che non può non concludersi con un pareggio se si vuole evitare la rissa negli spogliatoi. A maggior ragione se, a negarti il gol, è il catenaccio dei tuoi stessi compagni di squadra.
LA GIORNATA – Così, dopo una giornata convulsa, di tensioni e veti incrociati, non resta che riunire i capitani, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, insieme al ct Giuseppe Conte, per mettere a punto il modulo di gioco che garantisca l’1-1 finale senza incidenti sugli spalti. Un vertice che, complice il rientro dalla Cina solo in serata del leader M5S, ha ritardato il faccia a faccia a Palazzo Chigi paralizzando il Parlamento. Ma alla fine, dopo ore di trepidazione durante le quali sembrava che tutto potesse saltare (“Ho la Champions”, ha detto Salvini….), i tre leader si sarebbero dovuti vedere a Palazzo Chigi.
Solo poco prima delle 22,00 è filtrata l’indiscrezione secondo cui il vertice è stato congelato. Tutto rinviato ad oggi, dunque. “Non serve inconrarsi se le posizioni restano le stesse”, ragionano i vertici M5S. Ore convulse e di tentennamenti, dunque, che rimpallano da Palazzo Chigi alla Camera per approdare al Senato dove, dopo il doppio rinvio chiesto dal sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni, prima fino alle 13 per consentire al Governo di presentare un emendamento e poi fino alle 16,30 in attesa della bollinatura del Mef, solo nel tardo pomeriggio è arrivato il ministro di competenza Riccardo Fraccaro a presentare un maxi-emendamento per chiedere la fiducia, che sarà votata questa mattina. Ma anche qui, dopo un tourbillon di colpi di scena, l’ennesimo coup de théâtre: in serata, infatti, i Cinque stelle hanno fatto capire che dirimente sarà la partita sul ddl Anticorruzione.
Il ragionamento è chiaro: “Se la riforma della prescrizione slitta, il decreto Sicurezza muore“. A complicare ulteriormente la pratica sul doppio tavolo Sicurezza-Anticurruzione, come detto, lo stallo nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia dove è impantanato proprio il ddl Anticorruzione con l’emendamento sulla prescrizione: ancora una volta la riunione è stata rinviata. Fino alle 20,00: ma anche questa volta i presidenti non hanno dato il parere agli emendamenti, compreso quello sulla prescrizione. Il nodo, però, non è solo politico: Alfonso Bonafede starebbe incontrando avvocati e penalisti per mettere a punto una norma sulla prescrizione che riceva anche il loro placet, soprattutto dopo l’uscita critica – affatto digerita negli ambienti M5S – di uno degli avvocati più noti d’Italia, come Giulia Bongiorno che, incidentalmente, è anche ministro in quota Lega.
ALLENATORE IN CAMPO – L’unico modo per risolvere la partita, a quanto pare, è quella di coinvolgere il ct. E lo stesso Conte, ieri ospite a diMartedì, ha detto chiaramente che la sua visione è affine a quella di Di Maio definendo la riforma della prescrizione “sacrosanta”. “Ci riuniremo e vedrà che esprimeremo una piena condivisione”, ha detto il premier rispondendo a Giovanni Floris. E non a caso in serata è lo stesso Salvini, dopo i piedi puntati dai Cinque stelle, a far rientrare ogni allarme e chiudere ogni possibilità di rottura: “Troveremo la quadra sulla prescrizione”. Quale sarà la quadra, vedremo. Il ct, per ora, sta a guardare.