“La voce del popolo è il faro per chi amministra, a tutti i livelli”, assicura il vice presidente della commissione Attività produttive della Camera, Luca Carabetta. Ma “alcune manifestazioni appaiono però strumentali”, avverte l’esponente del Movimento Cinque Stelle, citando espressamente il caso della protesta in Campidoglio contro la Giunta guidata da Virginia Raggi. E nonostante le proteste in Puglia per il mancato stop al Tap, “blindato dal Pd” e adesso “in una fase talmente avanzata da non offrirci alternative”, non vede dissidenti all’interno del Movimento, ma solo “distinte sensibilità individuali”.
Di Maio suona l’allarme: il Movimento Cinque Stelle sarebbe sotto attacco totale da parte di “media, partiti e tecnocrati”. Perché proprio ora questa chiamata generale alle armi?
“Parliamo da sempre una lingua diversa da quella della politica tradizionale, e adesso che le nostre idee si trasformano in atti concreti di governo i nostri detrattori sparano a zero. Un esempio evidente è una Manovra fatta di investimenti per il popolo e non di tagli per favorire le banche”.
Ma cosa c’entrano partiti, media e tecnocrati con la manifestazione dei No Tap contro il Governo e quella al Campidoglio contro la Giunta Raggi?
“La voce del popolo è il faro per chi amministra, a tutti i livelli. Alcune manifestazioni appaiono però strumentali: è, ad esempio, il caso di Roma. Sulla Capitale vogliamo concretamente conferire maggiori poteri alla sindaca.In Puglia chi è sceso in piazza non vuole sentire ragioni di fronte ad una situazione ormai consolidata. L’accordo sul Tap è stato blindato dal Pd e adesso è in una fase talmente avanzata da non offrirci alternative, nonostante abbiamo passato ogni giorno sulle carte. Se oggi stracciassimo il contratto, lo Stato (e quindi i cittadini) dovrebbe sborsare diversi miliardi di euro perché non sussistono profili di illegittimità dell’accordo. Un Governo M5S non avrebbe mai fatto partire il progetto”.
L’appello di Di Maio è ad essere “compatti come una testuggine romana, per l’Italia”. A chi si riferisce, ai dissidenti M5S che hanno messo nel mirino il dl sicurezza?
“Nel MoVimento non ci sono dissidenti, parlerei piuttosto di distinte sensibilità individuali. Quando prendiamo le decisioni, però, lo dobbiamo fare a maggioranza, sulla base dei nostri valori comuni. Chi vuole fare un passo indietro di testa sua non può essere assecondato, perché il principio supremo che tuteliamo in ogni nostro provvedimento è il bene dei cittadini”.
Se come dice Di Maio tutto quello che è stato fatto finora è in linea con i 20 punti del programma M5S, come si spiegano questi segni di cedimento all’interno del Movimento?
“Abbiamo già concretizzato metà del nostro programma elettorale, che un terzo degli italiani ha votato lo scorso 4 marzo. Ciononostante, ogni giorno, una commissione europea in scadenza tenta invano di frenare un governo voluto dai cittadini e i media ci bersagliano. Viviamo momenti felici e attimi più difficili – credo sia normale – ma stiamo già andando avanti più carichi di prima”.
Crede che l’approvazione della Manovra, che contiene alcuni punti fondamentali del programma M5S come il reddito di cittadinanza, possa segnare un punto di svolta anche per ricompattare il Movimento?
“Lo ripeto, il MoVimento è compatto. Non si deve confondere la dialettica interna a un movimento democratico con lo scontro. Quando vinceremo definitivamente le resistenze retrograde di chi si ostina ad andarci contro per partito preso, ad essere finalmente compatto all’insegna della ripresa sarà il Paese intero”.
Però sulla politica economica del Governo, incombe la bocciatura della Commissione Ue e la spada di damocle dei mercati e dello spread…
“Si tratta delle bocciature politiche degli ultimi eurocrati rimasti a Bruxelles. Lo spread è in calo, le borse stanno aprendo in positivo. Sulla manovra andiamo avanti con l’orgoglio e la consapevolezza di aver messo a punto la prima legge di bilancio che fa effettivamente gli interessi dei cittadini. Non ci saranno modifiche”.