di Valeria Di Corrado
Non sarà incompatibile per la legge, ma lo è sicuramente per il conflitto d’interessi che la riguarda. Sonia Ricci, assessore regionale all’Agricoltura del Lazio, ha avuto e ha tuttora forti interessi privati nel settore di cui le sono state affidate le deleghe. Dopo che il 21 marzo il neogovernatore Nicola Zingaretti ha ufficializzato la sua nomina (il decreto è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio il 26 marzo), Ricci si è affrettata a spiegare di aver dato immediatamente le dimissioni da amministratore unico di Evergreen società cooperativa, da direttore generale dell’azienda agricola Agroama srl e da direttore generale del consorzio Agrinsieme. Il curriculum pubblicato sul sito internet della Regione, però, riportava che tutti e tre gli incarichi erano ancora in essere, almeno fino al 15 maggio, quando questo giornale pubblica per primo la notizia del suo rinvio a giudizio da parte della Procura di Latina per un incendio di rifiuti avvenuto il 7 settembre 2010 nell’azienda agricola Agroama di Sezze Scalo. Il neo assessore si difende dicendo di essere una dipendente (anche se alle guardie forestali intervenute sul rogo dichiarò di essere “general manager” dell’azienda) e, immediatamente dopo, corregge il curriculum aggiornando con la data del 21 marzo la fine della sua esperienza di amministratrice. Peccato però che ad oggi la Camera di Commercio attesti che Sonia Ricci, 49 anni, è titolare di un’impresa individuale che porta il suo nome specializzata nella coltivazione di ortaggi, è consigliere dal 17 dicembre 2009 della cooperativa Agrovanni che esercita attività di supporto all’agricoltura e amministratore unico dal 21 dicembre 2011 della cooperativa agricola Agorà. Tutte e tre le aziende hanno sede a Sezze, in provincia di Latina, luogo di nascita dell’assessore.
E cosa dire poi del suo socio in affari Aurelio Pallavicino. L’imprenditore agricolo condivide con il capo del dicastero all’Agricoltura gli interessi nel settore. Insieme i due hanno rilevato la Coop Risparmio 76, che gestisce il commercio al dettaglio di prodotti alimentari in una serie supermercati a marchio Crai di Rieti e provincia. Pallavicino come titolare del consorzio Agrimof e Ricci come amministratore unico di Evergreen. Su 103 lavoratori impiegati nella cooperativa, ne vengono assorbiti soltanto la metà, gli altri stanno facendo una vertenza. Ma il legame tra i due imprenditori non finisce qui. L’azienda agricola Agroama srl, di cui il neo assessore era direttore generale fino alla sua nomina alla Regione Lazio, è di proprietà della famiglia Pallavicino. La stessa Regione detiene il 51% delle azioni nel consorzio Agrimof, costituito nel 2008 da Aurelio Pallavicino con l’obbiettivo di implementare la filiera corta. Si tratta di un progetto targato “Mof” (il Mercato ortofrutticolo di Fondi) che ha come maggiore azionista sempre l’amministrazione regionale. Sonia Ricci ha assicurato che non farà favoritismi. Ma chi può esserne sicuro?
Il decreto legislativo dell’8 aprile 2013 (attuativo della legge anticorruzione) prevede che chi “abbia svolto in proprio attività professionali finanziate o comunque retribuite dall’amministrazione che conferisce l’incarico” non possa ottenere una nomina dirigenziale in quell’amministrazione. È vero che la carica di assessore non rientra in questa categoria, ma è anche vero che chi amministra un assessorato dovrebbe essere “fuori da ogni ragionevole dubbio” sui conflitti di interesse.