di Andrea Koveos
Cristiana Pedersoli, figlia di Carlo, il Bud Spender dello schermo, è una dei candidati vip in lizza, per la prima volta, al Consiglio municipale di Roma XV (ex XX) nelle file del Pdl; una circoscrizione che conta gli stessi abitanti di Livorno. Madre di due figli di 22 e 18 anni, non nasconde l’entusiasmo per una campagna elettorale vissuta all’insegna del sorriso.
Una disputa, quella per un posto al municipio, che altri aspiranti politici avvertono come un vero e proprio incubo. Qui, infatti, per essere votati non basta barrare un simbolo, servono almeno mille persone che scrivano il nome del prescelto.
Chi glielo ha fatto fare a buttarsi nella mischia di un chiassoso consiglio municipale della Capitale?
L’amore per la mia città e per il territorio in cui vivo. Appena l’amico Marco Perina, vicepresidente del XX Municipio, mi ha proposto come candidata, insieme con Lorenzo Marini, non ho avuto esitazioni: era ora di muoversi. E l’opportunità di cambiare le regole del gioco e fare finalmente qualcosa di utile per la nostra Capitale arriva una volta nella vita.
Cosa intende, non è contenta di quanto fatto da Alemanno?
Non lo nego, il sindaco ha lavorato molto. Io, però, in questo quartiere ci sono nata e cresciuta e con il passare degli anni ho visto la zona modificarsi sotto i miei occhi. Alcuni cambiamenti, certo, li ho apprezzati, altri però li sto ancora aspettando. Le faccio un solo esempio, che va al di là delle competenze specifiche di un sindaco. Una buona amministrazione deve impegnarsi di più soprattutto quando ci sono di mezzo gli interessi dei cittadini. Mi riferisco al riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla mafia. E le assicuro che nel mio territorio ce ne sono molti che potrebbero essere messe a disposizione di tutti.
Quali iniziative presenterà?
Prima di tutto ascolterò anche chi non mi avrà votato. Un politico non può lavorare senza la collaborazione delle persone che lo circondano, come residenti e commerciati. E’ un momento di grande difficoltà per il Paese, a tutti i livelli, ed è giusto che ognuno fornisca il suo contributo. Non ci si può lamentare e stare con le mani in mano.
Nello specifico?
Rispetto dell’ambiente, mobilità intelligente sviluppo organico della città. Nel mio quartiere penso alla creazione di tre nuove biblioteche tecnologiche che siano punto d’incontro e di aggregazione giovanile. E alla riapertura e alla valorizzazione della Torretta di Ponte Milvio che potrebbe essere destinato come spazio espositivo gratuito aperto a tutti i giovani artisti. Se verrò eletta, naturalmente…
Altrimenti che fa, si arrabbia anche lei?
La rabbia è un sentimento che non conosco, ma la determinazione sì. Con questo spirito ho affrontato anche questa sfida che, comunque vada a finire, sarà un’esperienza fondamentale. Un’occasione di confrontarmi con la gente che, devo dire, ha risposto in maniera ottima.
A proposito di artisti, come l’ha presa suo padre?
All’inizio ha avuto qualche perplessità ma poi ne abbiamo parlato e mi ha sostenuto. Le dico una cosa: il vero incoraggiamento me lo ha dato Papa Francesco con le sue parole, “dobbiamo recuperare tutti il senso del dono, della gratuità, della solidarietà”.