“Dai tetti e dai blindati lanciavano gas lacrimogeni e sparavano senza sosta. Era come se piovesse. Ho visto gente colpita alla testa e al petto”. E’ una delle testimonianze dei manifestanti sopravvissuti al massacro di Rabaa, in Egitto, del 14 agosto 2013, narrate nel rapporto in cui Amnesty International accusa la Francia di aver fornito alle forze di sicurezza egiziane veicoli blindati per disperdere ripetutamente e violentemente le proteste e stroncare il dissenso. Il rapporto, intitolato “Egitto: come le armi francesi sono state usate per stroncare il dissenso”, si basa su oltre 20 ore di immagini open source, centinaia di fotografie e 450 gigabyte di ulteriore materiale audiovisivo fornito da organi d’informazione e gruppi per i diritti umani egiziani. Il rapporto di Amnesty International giunge alla conclusione che veicoli Sherpa e Mids siano stati usati nei peggiori episodi di repressione interna da parte delle forze di sicurezza egiziane.
“Che la Francia abbia continuato a inviare all’Egitto forniture militari dopo che erano state usate in uno dei peggiori attacchi contro i manifestanti del XXI secolo, è un fatto agghiacciante”, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty International. “Il fatto – ha aggiunto – che questi trasferimenti siano stati effettuati e ancora proseguano sebbene le autorità egiziane non abbiano intrapreso alcuna azione per accertare le responsabilità e per porre fine al loro sistema di violazioni dei diritti umani, rischia di rendere la Francia complice nell’attuale crisi dei diritti umani in Egitto”.
Tra il 2012 e il 2016 la Francia ha fornito all’Egitto più armi di quante gliene aveva inviate nei 20 anni precedenti. Nel 2017 ha trasferito al paese nordafricano forniture militari e di sicurezza per un valore di oltre un miliardo e 400.000 euro. Il 14 agosto 2013 blindati Sherpa forniti dalla Francia vennero usati dalle forze di sicurezza egiziane per sgomberare sit-in in varie piazze del Cairo. In quelli che sono conosciuti come i massacri di Rabaa e Nahda, furono uccise fino a 1000 persone, il numero più alto di manifestanti uccisi in una sola giornata nella storia moderna dell’Egitto. Secondo i manifestanti intervistati da Amnesty International, le forze di sicurezza egiziane spararono proiettili contro i partecipanti alle proteste da veicoli blindati forniti dalla Francia, che dunque ebbero un ruolo centrale nelle uccisioni.
Il trasferimento di veicoli blindati è una evidente violazione della Posizione comune assunta dall’Unione europea nel 2008 in materia di controlli sulle esportazioni di tecnologia e forniture militari. “Le norme dell’Unione europea vincolano la Francia e tutti gli altri stati membri a negare l’autorizzazione all’esportazione quando c’è un chiaro rischio che la tecnologia o le forniture militari possano essere usate a scopo di repressione interna. Nel caso dei trasferimenti all’Egitto, questo era ovvio”, ha spiegato ancora Bounaim. “Abbiamo fatto presente più volte alle autorità di Parigi – ha aggiunto la direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty Internation – all’abuso fatto delle forniture militari e abbiamo ripetutamente chiesto di chiarire completamente l’ammontare e la natura di questi trasferimenti, così come chi fosse l’utilizzatore finale. Finora il governo francese non ha dato risposte adeguate”.
Le autorità francesi hanno dichiarato ad Amnesty International di aver autorizzato forniture all’esercito egiziano destinate solamente alla “lotta al terrorismo” in Sinai e non a operazioni di ordine pubblico. Tuttavia, nelle immagini e nei filmati analizzati da Amnesty International, le insegne delle Forze operative speciali del ministero dell’Interno e delle Forze centrali di sicurezza appaiono sulla carrozzeria dei blindati forniti dalla Francia. La parola “Polizia”, a sua volta, si vede benissimo sulle targhe dei veicoli impiegati per il mantenimento dell’ordine pubblico nella capitale egiziana.
Dato il contesto di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani in Egitto, Amnesty International ha chiesto, perciò, alla Francia di sospendere immediatamente i trasferimenti di armi laddove vi sia il rischio significativo che essi possano essere usati per compiere o facilitare gravi violazioni dei diritti umani. Questa sospensione dovrebbe rimanere in vigore fino a quando l’Egitto non svolgerà indagini indipendenti ed efficaci sulle gravi violazioni commesse dalle sue forze di sicurezza e non chiamerà i responsabili a risponderne di fronte alla giustizia.