Pareva che il clima si fosse acquietato. E invece, dopo un giorno in cui burocrati e tecnocrati erano rimasti in sordina, è riesplosa la polemica. Parafrasando Giacomo Leopardi, la tempesta dopo la quiete. In rapida successione, infatti, prima Jean-Claude Juncker, poi Mario Draghi, dunque il Fondo Monetario Internazionale hanno bersagliato il Governo reo di aver concepito una Manovra (la cui bozza, per inciso, ancora non è stata consegnata e resa pubblica) che sfora il Patto di Stabilità.
Ma andiamo con ordine. Il primo a parlare, come detto, è stato il presidente della Commissione europea in un’intervista pubblicata da Le Monde: “L’Italia non rispetta la parola data”, ha detto il lussemburghese. Quindi un nuovo appello alle autorità italiane affinché “rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea“. Il presidente della Commissione ha ricordato tra l’altro che “se l’Italia ha potuto investire così tanto negli ultimi anni è perché ho reso più flessibile il patto di stabilità e crescita. Ciò mi è costato le scocciature di numerosi Stati membri“. Infine, la stoccata: i deficit di Francia e Italia non sono paragonabili, “c’è più di qualche leggera sfumatura tra il caso italiano e quello che viene chiamato il precedente francese”. E tutto questo in un’intervista in cui l’esordio di Juncker era: “Non ho nulla contro l’Italia, tutto il contrario: la amo”. Alla faccia. Immediata la risposta dei deputati M5S della commissione Bilancio: “Juncker forse non ha ben chiari i meccanismi della democrazia: il 4 marzo il voto popolare ha premiato M5S e Lega, forze politiche che si sono poi unite in un contratto di governo. Per realizzarlo, abbiamo bisogno di abbandonare l’austerità”.
ATTACCHI CONTINUI – Passa qualche ora e la musica non cambia. Il presidente della Bce Mario Draghi, intervenendo a Bali durante i meeting annuali di Fondo monetario internazionale e Banca mondiale, ha avvertito che “nei Paesi in cui il debito pubblico è elevato la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare sane posizioni di bilancio”. Poul Thomsen, a capo del Dipartimento europeo del Fmi, ha poi chiamato in causa esplicitamente l’Italia che la prossima settimana deve inviare la legge di Bilancio a Bruxelles: la manovra in discussione, ha detto, “va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti del Fmi. Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio cosa che ha portato l’Italia a crescere sotto il suo potenziale”. “Non è il momento di allentare le politiche” di bilancio, ha aggiunto Thomsen, per il quale un gruppo di Paesi, tra cui l’Italia, ha “margini limitati” e deve rispettare le regole dell’Unione europea. Un uno-due letale che chiude il cerchio insieme a Juncker.
GLI APPUNTAMENTI – Ovviamente, come sempre finora, il Governo ha fatto quadrato. “Sono arrivati attacchi da tutti – ha sottolineato Luigi Di Maio – Manca solo la Nasa, stiamo facendo bene. Mi conforta e mi rende orgoglioso perché vuol dire che stiamo facendo bene”. Lo stesso Giuseppe Conte, prima di rientrare in Italia da Addis Abeba dov’era in viaggio istituzionale, ha blindato la Manovra sottolineando che, a suo dire, non saranno necessarie modifiche in Parlamento. Gli occhi, ovviamente, sono puntati sulle prossime date: lunedì verrà presentata la bozza della Manovra. Ma l’evento fondamentale sarà l’Eurosummit di giovedì a Bruxelles. In quell’occasione, cinque o sei leader Ue sono pronti – si apprende a Bruxelles da fonti diplomatiche europee – a prendere la parola per ribadire all’Italia la necessità di rispettare le regole del Patto di stabilità. Vedremo in quell’occasione come reagiranno i gialloverdi.