Un’operazione apparentemente di poco rilievo, ma che invece ha un impatto epocale sull’Acea, la multiutility capitolina che non ha mai potuto offrire ai suoi clienti il gas insieme all’energia, l’acqua e altri servizi. Per questo l’acquisizione del 51% della società Pescara Distribuzione Gas Srl rappresenta una conquista dagli effetti molto promettenti. Entrando per la prima volta nel mercato del gas, Acea infatti aumenta in prospettiva la capacità di attrarre clientela, semplificando la sua offerta in un unico pacchetto.
IL PIANO – L’azienda rilevata dal gruppo guidato da Stefano Donnarumma è oggi attiva su un territorio piuttosto piccolo, servendo gas e metano giusto nel Comune di Pescara. Con questa operazione però si gettano le basi per allargare le forniture su un bacino più grande, potenzialmente in futuro anche nella Capitale. “Stiamo dando inizio a un nuovo percorso – ha detto l’amministratore delegato di Acea – rispettando quanto delineato nel piano industriale, che porterà il Gruppo a ricoprire un ruolo significativo nell’importante comparto strategico del gas”.
L’OPERAZIONE – Per entrare nella partita, Acea ha comprato questa nuova partecipazione dalle società Alma Cis Srl e Mediterranea Energia Soc. Cons.a.r.l, che manterranno il 49% del capitale della Pescara Distribuzione e contribuiranno in sinergia con l’utility romana alla gestione industriale dell’infrastruttura. Pescara Distribuzione governa infatti l’intera rete di distribuzione del Comune di Pescara ed è proprietaria di circa la metà della stessa, mentre la restante parte della rete fa capo alla municipalità abruzzese, per un totale di 325 km di tubazioni. Il valore economico dell’intera operazione sul cento per cento della società acquisita è di 17 milioni di euro, e l’affare potrà dirsi concluso solo dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale di Pescara. Il closing in tal senso è stimato entro la fine di quest’anno.
Ovviamente da qui a far concorrenza all’Eni ne passa, ma la sortita in Abruzzo e l’ingresso per la prima volta in un nuovo mercato affine a quello “core” dell’energia (insieme all’acqua) è il segno di una ritrovata vitalità da parte di Acea, dopo anni in cui si è badato essenzialmente a difendere i business esistenti. Una strategia difensiva che non solo non ha fatto sviluppare il player romano, ma alla fine ha lasciato in eredità una rete idrica zeppa di perdite (con i conseguenti problemi di dispersione idrica) e altrettanti problemi sui servizi elettrici. Falle che Acea sta affrontando aumentando gli investimenti.