L'Editoriale

Ci minaccia la troika al completo

Sentivamo terribilmente la mancanza del terzo guardiano dell’austerità senza ritorno, quel Fondo monetario internazionale che per fondo deve intendere il baratro in cui ha gettato decine di Stati. Primus inter pares di Commissione Ue e Banca centrale europea nella famigerata troika – facciamo un torto se per capirci la paragoniamo a una Equitalia mondiale? – ieri il Fmi ha tirato il suo bel calcio all’Italia, aggiungendosi alla lista di chi non sa le sta provando tutte per affondare il nostro Governo. Invece di fare da strumento di supporto, l’organizzazione vive di una personalità tutta sua e impone condizioni manco fosse una potenza militare che accetta la resa di un nemico battuto. Perciò era scontato l’allungamento del fronte da cui ci bombardano. Uno scenario che M5S e Lega conoscevano sin dalla nascita del loro Governo, e che forse si erano illusi di poter fronteggiare concedendo qualcosa ai mercati, accettando di imbarcare un ministro delle Finanze gradito al Presidente della Repubblica, come Giovanni Tria. Un’accortezza che a quanto pare non è servita a niente, e adesso siamo a un passo dal bivio decisivo: andare nella direzione di uno scontro totale o provare fino alla fine a ragionare con tutti, comprese quelle istituzioni europee il cui unico problema non è accettare o meno una Manovra con appena qualche miliardo in più di flessibilità, bensì far cadere a qualunque prezzo il Governo italiano, realizzando il più grande spot contro i partiti populisti, da trasmettere a canali unificati in vista delle elezioni europee di maggio.