Lo ha evocato il vicepremier Luigi Di Maio: “L’Italia porrà il veto sul nuovo bilancio pluriennale europeo se gli altri Stati membri continueranno a non fornire supporto sugli oneri legati all’immigrazione”. E pure l’altro vicepremier, Matteo Salvini, non è stato da meno: “Metteremo il veto al bilancio dell’Ue se ci saranno tagli ai fondi per l’agricoltura. Questo è lo spread che mi interessa”.
CACCIA AL TESORO – Ma cosa prevede il pacchetto di misure contenute nel prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea per il 2021-2027 presentato dalla Commissione Ue il 2 maggio scorso? Il bilancio comunitario, finito nel mirino dei leader del Movimento 5 Stelle e della Lega, che minacciano di bloccarlo, prevede interventi per 1.279,4 miliardi di euro che l’associazione Openpolis ha analizzato nel dettaglio. Quanto alla distribuzione delle risorse, 187,4 miliardi saranno destinati al Mercato unico, innovazione e agenda digitale. Altri 442,4 alla voce coesione e valori, nella quale rientrano il sostegno allo sviluppo regionale e al sociale. Poi ci sono i 378,9 miliardi per le risorse natuali e l’ambiente: dall’agricoltura alla politica marittima, all’azione per il clima. Ma non è tutto. In sicurezza e difesa, l’Ue prevede di investire 27,5 miliardi mentre, altri 85,3 miliardi saranno spesi per potenziare la pubblica amministrazione europea. Alle politiche della migrazione e la gestione delle frontiere andranno invece 34,9 miliardi. E non finisce qui. Una voce del bilancio pluriennale Ue (Vicinato e resto del mondo), porta a 123 miliardi destinati alla lotta contro la povertà sul pianeta, con un incremento, rispetto al precedente quadro finanziario pluriennale, “del 30% delle risorse per l’azione esterna dell’Unione”. Una cifra della quale, ben “89,2 miliardi sono destinati al nuovo strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale”. Un incremento che, detratta l’inflazione annuale fino al 2027, si attesta sul 13% in termini reali.
GRANDE CALDERONE – Una voce quella di Vicinato e resto del mondo, sulla quale, secondo Openpolis, non mancherebbero alcune criticità. “Se la proposta della Commissione venisse approvata così com’è”, rileva infatti il dossier dell’associazione, “sarebbero accorpati 7 fondi attualmente esistenti: quello europeo di sviluppo e quelli destinati a politiche di vicinato, cooperazione allo sviluppo, democrazia e diritti umani, stabilità e pace, cooperazione con i paesi terzi e garanzia per le azioni esterne”. Con il rischio di creare “un unico calderone da cui sia possibile attingere anche per finalità non strettamente collegate alla cooperazione”. Favorendo, da un lato, “l’uso delle risorse della cooperazione per progetti di riduzione dei flussi migratori (ad esempio attrezzature per le forze di polizia di frontiera)”, dall’altro “la strumentalizzazione dei veri aiuti allo sviluppo per chiedere ai governi beneficiari maggior impegno nel contrasto alle migrazioni”.