Venti pagine di memoria depositate dal Governo Conte, come aveva fatto già Gentiloni il 3 aprile scorso, per costituirsi dinanzi la Corte Costituzionale che il 23 ottobre dovrà dire se è incostituzionale o meno il reato di aiuto al suicidio contestato all’esponente radicale Marco Cappato. La vicenda riguarda la morte di Fabiano Antoniani, il 40enne, noto come dj Fabo, morto in una clinica svizzera col suicidio assistito il 27 febbraio 2017.
La Corte d’Assise di Milano aveva deciso di trasmettere gli atti alla Consulta perché valutasse la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio. I giudici avevano stabilito che la condotta di Cappato non aveva inciso sulla decisione di Antoniani di mettere fine alla sua vita e quindi il radicale andava assolto dall’accusa di aver rafforzato il suo proposito di suicidarsi.
Cappato ha ricordato che il Governo Conte-Di Maio-Salvini poteva scegliere di non costituirsi e di non presentare memorie contro di lui. “Si tratta di una scelta discrezionale, e quella di costituirsi è una scelta politica anche se nel mitico contratto di governo non ci sono questi temi. Vado avanti comunque sia”, ha commentato il radicale.