L’aria di cambiamento non poteva che soffiare anche in ambito costituzionale. E così M5S e Lega, dopo averli annunciati diversi giorni fa, ieri hanno presentato i due disegni di legge per modificare la nostra Carta costituzionale. Per ora sono due le proposte che saranno all’esame di Camera e Senato di pari passo: la maggioranza gialloverde propone la riduzione di 345 parlamentari e l’introduzione del referendum propositivo. Il primo ddl sarà all’esame del Senato, il secondo inizierà il percorso alla Camera. Le proposte sono state illustrate dai capigruppo di M5S e Lega di Camera e Senato, nonché dal ministro per le riforme Riccardo Fraccaro, il vicepremier Luigi Di Maio e dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
I due testi – Nel dettaglio, con il disegno sul referendum propositivo, si va a modificare l’articolo 71 della Costituzione, che al momento prevede solo il referendum abrogativo. L’iter del nuovo referendum funzionerà in questo modo: i cittadini, raccolte inizialmente 100mila firme, sottoporranno al vaglio della Corte costituzionale il testo del referendum, ovvero della legge su cui si chiede che il Parlamento intervenga. Se ci sarà il via libera della Corte, allora serviranno 500mila firme per sottoporre il quesito al voto popolare, ma prima si svolgerà un altro passaggio: il Parlamento sarà obbligato ad esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare entro 18 mesi. Trascorsi i 18 mesi senza che il Parlamento si sia espresso, scatterà il referendum, che sarà senza quorum per la sua validità. Il secondo ddl di riforma costituzionale riguarda, come detto, il taglio del numero dei parlamentari. M5s e Lega mirano a tagliarne 345, portando così i deputati a 400 e i senatori a 200, dagli attuali 630 e 315. Con il taglio, si risparmierebbero 100 milioni di euro all’anno. Non è tutto. Nel testo di presentazione del ddl c’è anche un passaggio sulla legge elettorale. La maggioranza M5s-Lega ritiene che sia “opportuno un intervento del legislatore che riporti la normativa elettorale alla tradizionale impostazione in base alla quale essa sia sempre applicabile prescindendo dal numero dei parlamentari”.
Quattro quesiti – Ma la vera novità, come peraltro spiegato dai parlamentari leghisti e pentastellati, è che a breve verranno presentati altri due proposte: l’abolizione del Cnel e del quorum del referendum abrogativo. Una novità importante perché, contrariamente al calderone della riforma costituzionale che portava la firma di Maria Elena Boschi, i quattro provvedimenti della “riforma Fraccaro” potranno viaggiare parallelamente ma in maniera inviduale. Questo, ovviamente, permetterà di indire quattro referendum distinti e separati e, dunque, di rivolgere quattro quesiti differenti. Con la conseguenza che, se qualcosa dovesse non convincere l’elettorato, non sarà da ostacolo all’approvazione delle altre riforme.