Reddito di cittadinanza la misura più gradita, il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio (M5s) il vero vincitore di questa manovra. Il sondaggio condotto da Gpf – Inspiring Research il giorno dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al Def non lascia dubbi: la “Manovra del Popolo”, così com’è stata ribattezzata dal Governo giallo-verde, piace agli italiani.
Ad andare per la maggiore è, per l’appunto, il cavallo di battaglia dei pentastellati. Alla domanda su quale, fra i principali punti della legge di Bilancio, fosse quello più gradito, il 56,4% ha risposto l’introduzione del reddito di cittadinanza con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l’impiego. Una misura “appannaggio di quella parte della popolazione che in questo momento un reddito non ce l’ha”, ha spiegato a La Notizia la presidente della Commissione Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo (M5s). “Ed è chiaro – ha aggiunto del reddito di cittadinanza – che la quasi totalità di queste risorse contribuirà ad alimentare i consumi e, di conseguenza, il Pil”.
Staccata di quasi quindici punti (39,7%), sempre secondo la rilevazione di Gpf, l’introduzione della flat tax tanto cara alla Lega (e più in generale a tutto il Centrodestra). Si piazza invece sul gradino più basso del podio il superamento della legge Fornero con l’introduzione della pensione di cittadinanza, apprezzato dal 5,7% del campione.
La musica non cambia nemmeno quando si parla di vincitori e vinti. Anche in questo caso, a farla da padrona sono i pentastellati il cui capo politico, Di Maio, stacca Matteo Salvini raccogliendo il 39,5% dei consensi contro il 32,6% del leader del Carroccio. Risponde il Governo di Giuseppe Conte il 10,7% mentre per l’11,6% è tutto il popolo italiano a dover gioire per il risultato di giovedì. Solo il 5,6% degli intervistati pensa che sia il populismo il vero vincitore. E gli sconfitti? Sicuramente la casta e i poteri forti, indicati dal 34,3% del campione. Ma anche l’Europa (21,5%), la sinistra e le opposizioni (19,9%), il ministro dell’Economia Giovanni Tria (16,1%) e, infine, l’economia italiana (8,2%).
“Vogliamo ridurre il debito e lo ridurremo attraverso la crescita”, ha assicurato però ieri il premier dopo la fiammata dello spread. Adesso ad attenderlo c’è la prova dei fatti.