Nel bene o nel male, chi ha messo in pratica quel “cambiamento” di cui tanto (troppo) si parla, è stato uno dei ministri tecnici, né espressamente leghista né tantomento pentastellato. Stiamo parlando di Paolo Savona. Mentre, infatti, in questo o quel ministero spicca il nome ora di un trombato, ora di un ripescato, ora del fedelissimo di turno, al dipartimento delle Politiche europee, piaccia o non piaccia, il vento tira completamente in un’altra direzione. Giuristi, giornalisti specializzati in materia economica e internazionale, economisti. Esattamente le competenze che servono per occuparsi di temi comunitari che, inevitabilmente, hanno anche ricadute a livello mondiale. Il nome che tra tutti spicca è senz’altro quello di Jan Kregel. Chi mastica economia, sa bene di chi parliamo. Il professor Kregel è uno dei più eminenti studiosi della scuola post-keynesiana secondo cui, tra le altre cose, il mercato non è equo, né efficiente, né si auto-regola; per cui è necessario l’intervento dello Stato. Esattamente come teorizzato spesso anche dallo stesso Savona. Il quale, non a caso, nella lettera che scrisse prima della formazione del Governo (e che forse è stata decisiva sul niet di Sergio Mattarella sul suo nome a capo del Mef), sottolineava: “Suggerisco di meditare gli scritti di Kregel, anche recenti, sull’euro e sulla politica fiscale”. E cosa pensa a riguardo Kregel? Esattamente come Savona, che l’Ue è stata concepita in maniera errata. Nel 2013 fece molto discutere il cosiddetto “Monito degli Economisti”, una lettera firmata da molti influenti membri della comunità accademica internazionale, tra cui appunto Kregel, in cui si sottolineava che la continuazione delle politiche di austerità e di deflazione nell’Unione Monetaria Europea avrebbe aumentato gli squilibri tra paesi creditori e debitori, con una conseguente centralizzazione dei capitali dal Sud al Nord Europa e ulteriori crisi bancarie. Esattamente come capitato. E ora eccolo lì il professore che insegna alla prestigiosa Levy Economics Institute in Usa: si occuperà (per soli 6mila euro) della “messa a punto del piano di intervento del Ministro sull’architettura istituzionale dell’Unione Europea, segnatamente ai fondamenti teorici della proposta, e nel partecipare a commissioni di studio e/o tavoli tecnici”. Quel che pare, dunque, è che in atto ci sia un cambio di rotta in direzione anti-Ue, perlomeno com’è stata concepita finora.
Il resto del team – Ma il nome di Kregel non è l’unico. Spicca anche un altro economista che finora è stato sempre critico con l’austerity comunitaria. Parliamo del professor Alberto Heimler (la cui consulenza, non a caso, ha lo stesso oggetto di Kregel), che oggi insegna Valutazione economica presso la Scuola della Pubblica Amministrazione ed è da sempre esperto di fondi comunitari. Ma nella squadra spiccano anche altri giuristi e professori universitari, come Claudio Zucchelli, che ha larga esperienza dell’attività legislative e che arriva direttamente dal Consiglio di Stato. Curioso anche i collaboratori che si occuperanno dei rapporti con la stampa non sembrano essere stati scelti a caso. Francesco Scisci si occuperà dei rapporti con i media europei: ex corrispondente per La Stampa dalla Cina per oltre vent’anni, è accreditato tanto in Oriente quanto in Europa e Usa come uno dei più autorevoli osservatori della realtà cinese. In patria, invece, a curare i rapporti con la stampa sarà Rinaldo Rinaldi che, con lo stesso Savona, ha curato numerose pubblicazioni economiche.