Un “atto ostile”. Così lo scorso 24 luglio il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva definito qualsiasi provvedimento che avrebbe portato a un avanzamento della Tav Torino-Lione. “Nessuno deve azzardarsi a firmare nulla”, aveva tuonato in un lungo post su Facebook. Prima di ogni decisione, aveva poi spiegato, urge un’analisi costi-benefici. L’ha ribadito, ancora una volta, ieri nel corso di un’audizione alla Camera. “Riguardo al progetto dell’Alta velocità – ha spiegato il ministro – stiamo procedendo ad un’attenta e oggettiva ‘analisi costi-benefici’ per valutare effetti sociali, ambientali ed economici e vedere quanto, e se, i costi superino i benefici. Alla fine di questa valutazione e sulla base di essa faremo la nostra scelta politica”. Data prevista: novembre.
Il maxi affronto – Solo allora conosceremo gli esiti dell’analisi e, dunque, se l’opera verrà o meno realizzata. Prima di allora, però, non si alzi un dito. O, per dirla col ministro, “nessuno deve azzardarsi”. Ecco perché è quanto mai particolare che, nel frattempo, sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea è stato pubblicato un maxi-bando di gara dal valore di ben 37 milioni di euro. Oggetto: “Piano di monitoraggio ambientale in Italia per la sezione transfrontaliera della Torino-Lione”. Il tanto temuto “atto ostile”, insomma, è arrivato. Anche perché a rendere nota l’indizione del bando di gara è stata proprio la Telt, la società che dovrebbe costruire il tunnel, partecipata per metà dallo Stato francese e per metà da quello Italiano (tramite Ferrovie dello Stato). Un affronto vero e proprio, specie se si pensa che la stessa Telt ha in stand-by bandi per l’avvio della super-galleria per un valore di 2,3 miliardi di euro. E, non a caso, nello stesso comunicato pubblicato dalla società si capisce in maniera cristallina come si sia voluto dare un segno specifico: le parole di Toninelli non ci toccano. Il bando, scrive infatti la Telt, “assicura la continuità dei controlli ambientali nella fase preliminare e per l’intero arco delle attività in Italia, procedendo per fasi, a partire dall’ante-operam prima dei cantieri, in coerenza con il planning previsionale”. Come dire: il progetto va avanti. E a pagarlo, ovviamente, saremo noi, considerando che la società è, di fatto, pubblica e godrà dell’incentivo di fondi europei, come specificato nel bando stesso.
Pericolosa inerzia – I tempi ora stringono. Il limite per la ricezione di offerte, fa sapere la società, è fissato a lunedì 5 novembre. Lo stesso periodo, insomma, nel quale a detta del ministro Toninelli conosceremo gli esiti dell’analisi costi-benefici sulla Tav Torino-Lione. La Notizia, ovviamente, ha chiesto conto di quanto sta accadendo alle Infrastrutture. “Abbiamo visto il bando, ma preferiamo rispondere con atti e non con parole”. A breve, ci fanno sapere, arriveranno i “primi fatti e i primi provvedimenti” per replicare a “chi continua ad andare avanti per inerzia”. Ma quest’inerzia, aggiungono dai corridoi ministeriali, “a breve finirà”. Perché in realtà tutti sanno che, al di là, dell’inerzia c’è un vero e proprio affronto cui rispondere.