di Elisabetta Villaggio
Un personaggio è famoso anche quando in tanti si occupano di lui, in tanti vogliono sapere di lui. Si può essere famosi perché si è un politico, uno sportivo, si fa parte del mondo della cultura o dello spettacolo. Si è famosi quando i media si occupano di te.
Ma dove è il limite? L’informazione ha tutto il diritto di sapere del lavoro di un personaggio famoso ma fino a dove ci si può spingere nel personale invadendo quindi la privacy? Se Brad Pitt gira in mutande in casa sua con la finestra aperta fotografarlo diventa una violazione della privacy ma se lo stesso Brad semi nudo esce in terrazza allora può essere fotografato. Fin qui nulla di grave diremmo tutti, basta saperlo. Ma dove può invece arrivare la curiosità spesso morbosa quando si tratta di notizie relative alla salute di qualcuno che fa parte della schiera dei famosi? Entro nello specifico. L’altra mattina presto mio padre, che ha ottant’anni ed è overweight, si è svegliato con la sensazione di non respirare bene. Ha svegliato mia madre che tranquillamente ha chiamato la guardia medica. Sono arrivati subito sebbene non ci fosse nessuna urgenza. Lo hanno visitato, stava benissimo. Mio padre però è ipocondriaco e ha preferito farsi vedere anche da un medico e non solo dall’efficiente personale paramedico. Così ha deciso di andare in ospedale. Lo hanno accompagnato i paramedici che erano arrivati in ambulanza. Mia madre si è riaddormentata tanto era tutto tranquillo. Così mio padre dopo un’ulteriore visita, dove lo hanno nuovamente tranquillizzato, è tornato a casa autonomamente. Tutto qui.
Qualcuno però, in ospedale, lo ha visto entrare in ambulanza e ha avvisato la stampa che scatenato un putiferio esagerando le dimensioni della faccenda. Qualcuno ha tirato fuori un certo cinismo. Non tutti, alcuni sì. Io non trovo normale che una, a me sconosciuta, giornalista di Mediaset, della quale non ricordo il nome, mi chiami alle otto e un quarto del mattino con aria aggressiva chiedendomi di mio padre sperando in una news pazzesca che, a quel punto, lei sarebbe stata la prima a dare. Alla mia evidente seccatura ha risposto che lei era una giornalista quindi stava facendo il suo lavoro. Anche io scrivo ma non mi comporterei così.
Ci sono alcuni mestieri dove è particolarmente necessario essere precisi e nel caso dei giornalisti è giusto che siano sicuri di quello che scrivono quindi anche consultare la fonte. Ci sono persone che fanno mestieri quali appunto i giornalisti ma anche avvocati, medici che sfruttano non una notizia, un caso o una scoperta scientifica ma una persona per arrivare al loro scopo, per ottenere popolarità. C’è un limite in cui si va oltre la notizia alla ricerca si uno scoop morboso e cinico.
Quale possa essere il confine è difficile dirlo perché entriamo nel campo del personale, dell’etica che non è detto che per tutti sia la stessa. Cerchiamo di rimanere almeno nel terreno della decenza e dell’educazione. Si è molto parlato in questi giorni dell’operazione di mastectomia che ha deciso di fare Angelina Jolie dopo aver scoperto di avere circa l’80% di casi di potersi ammalare tumore al seno. Ma è lei che ha deciso di farlo sapere. Io credo che avesse anche il diritto di non renderlo noto se avesse preso quella decisione. Una persona deve comunque avere, nel mondo globalizzato, dove tutto si può postare, si può rendere visibile, la possibilità di scegliere cosa far sapere e cosa non per quello che riguarda una sfera prettamente privata a cui tutti abbiamo diritto.