Non è andata bene ieri in Champions (basta chiedere a Inter e Napoli) e non si può dire che l’urna di Montecarlo si sia fatta perdonare oggi. E’ tra i più complicati il girone della Lazio (“Il peggiore possibile”, il commento di Angelo Peruzzi), è insidioso quello del Milan, anche se Paolo Maldini, dall’alto della sua esperienza, lo considera “alla portata”. Non c’è l’Atalanta tra le 48 ed è una vera beffa perchè la squadra di Gasperini meritava di esserci, ma a Copenaghen (gruppo C con Zenit, Bordeaux e Slavia Praga) la lotteria dei rigori l’ha condannata a un ruolo da semplice spettatrice. Visto il valore delle due squadre probabilmente ci perde anche la competizione, ma il campo ha emesso il suo verdetto e tornare indietro non si può. Ci restano, in rigoroso ordine alfabetico, Lazio e Milan, l’Italia punta su di loro per tornare protagonista. Non la vinciamo dal 1999 questa Coppa, allora si chiamava ancora Uefa e l’alzava al cielo il Parma di Hernan Crespo (oggi insieme all’ex Inter Aaron Winter protagonista dei sorteggi), adesso si chiama Europa League e per le italiane non è mai stato terreno di successi. Lazio e Milan, però, hanno l’organico e la storia per la svolta anche se dovranno mettersi subito sul pezzo, in particolare la squadra di Simone Inzaghi, capitata nel gruppo H insieme ai francesi dell’Olympique Marsiglia, finalista lo scorso anno (ko con l’Atletico Madrid), ai tedeschi dell’Eintracht Francoforte e ai ciprioti dell’Apollon Limassol.
L’OM, inserita in seconda fascia, era la prima da evitare per le teste di serie della prima urna. E invece è toccato alla Lazio di Simone Inzaghi, uno che appena sente parlare di Marsiglia, rivive nella mente una delle notti più belle della sua carriera, una notte storica. L’ex centravanti e attuale tecnico biancoceleste, 18 anni fa, fece 4 gol ai marsigliesi in un 5-1 (di Boksic l’altra rete) che fa ben sperare anche se le cose sono ovviamente cambiate. Adesso toccherà a Immobile e soci far male all’Olympique e sarà dura perchè ci sarà da vincere il…derby con Rudi Garcia e Kevin Strootman, due ex giallorossi che torneranno all’Olimpico sicuramente non da amici visto il loro passato. E poi c’è l’Eintracht, squadra di Francoforte e di tutto rispetto, una delle più insidiose per la terza fascia. Le tedesche hanno equilibrio e doti atletiche, ma sono comunque alla portata di una Lazio che resta la squadra da battere del gruppo e che dovrà fare attenzione anche all’Apollon Limassol che ai play-off ha eliminato gli svizzeri del Basilea. C’è anche un italiano nella squadra cipriota: si tratta del 21enne centrocampista Christian D’Urso prelevato dalla Roma.
Dalla Lazio al Milan che fa parte del gruppo F e che dalla prima fascia ha beccato i greci dell’Olympiacos, dalla terza gli spagnoli del Betis e dall’ultima i lussemburghesi del Dudelange, alla prima esperienza in Europa League dopo aver eliminato i polacchi del Legia e i rumeni del Cluj. Gattuso e i suoi ragazzi troveranno ambienti caldi ad Atene e a Siviglia, ma anche due squadre di tutto rispetto e che hanno esperienza internazionale, oltre a giocatori di valore. Nella formazione greca militano l’ex Roma e Bologna Torosidis, l’ex Bologna, Verona e Sampdoria, Lazaros Christodoulopoulos. Da tenere d’occhio anche il Betis di capitan Joaquin, ex Fiorentina, tutto da scoprire il Dudelange, squadra del Lussemburgo alla prima partecipazione in Europa League.
Dalle italiane agli italiani. E’ andata benissimo al Chelsea di Maurizio Sarri, ma anche di Zappacosta, Jorginho ed Emerson. I “blues” sono tra i grandi favoriti di questa edizione e le avversarie del girone L (Paok, Bate Borisov e Vidi) non preoccupano più di tanto. Per lo Spartak Mosca di mister Carrera e del difensore Bocchetti sarà più dura, visto che i russi sono finiti nel gruppo G con il Villarreal di Bonera e Sansone, il Rapid Vienna e i Glasgow Rangers di mister Gerrard. Per lo Sporting Lisbona di Viviano e Sturaro, infine, il girone E presenta un ostacolo importante come l’Arsenal di Emery, più due squadre da prendere con le molle, gli azeri del Qarabag e gli ucraini del Vorskla, anche per la difficoltà delle traferte.
(ITALPRESS).