“Con questo Governo si può davvero modificare la vecchia impostazione della decrescita felice in crescita felice”. Col chiaro obiettivo di far ripartire il “cantiere Italia”. Ne è certo il professor Antonio Rinaldi, allievo del ministro Paolo Savona. Specie dopo le dichiarazioni del premier Conte sui prossimi impegni che attendono il Governo. Perché se “la manovra comincerà a vedere i suoi aspetti tecnici a settembre”, è altrettanto vero che “queste dichiarazioni rappresentano una sorta di filosofia di approccio”.
In che senso, professore?
“La linea, ribadita anche nel contratto di governo, è chiara: non si vuole più seguire una politica di austerity, bensì di crescita. È chiaro che è molto difficile coniugarla da subito tenendo conto dei vincoli di bilancio. Le indicazioni, però, mi lasciano fiducioso”.
Perché?
“Le prime mosse saranno finalizzate a rilanciare gli investimenti pubblici, il motore più forte di rilancio di qualsiasi economia perché attivano un moltiplicatore estremamente elevato. Anche intervenire sul Codice Appalti permetterà di sbloccare diverse iniziative che per ragioni tecniche e burocratiche sono ferme, nonostante siano stati messi nei capitolati di spesa le risorse. Fare una puntuale verifica delle situazioni a livello locale di ciò che è rimasto fermo è un’ottima cosa”.
Conte ha ribadito quanto detto anche da Tria: flat tax e reddito di cittadinanza andranno di pari passo sin da settembre. È possibile, tenendo conto dei vincoli Ue?
“Certo. Si comincerà a piccoli passi per poi estendere le misure a fasce di popolazione sempre più ampie. Privilegiando ovviamente quei settori che sono stati penalizzati e hanno maggiore necessità di sostegno. Ma c’è un altro punto importante”.
Ci dica.
“Sono convinto che il governo riuscirà in un piano di riorganizzazione fiscale, cosa di cui abbiamo terribilmente bisogno. Siamo andati incontro negli anni a interventi estemporanei che non avevano una logica. Se si riesce a riformare tutto il sistema fiscale con una visione complessiva, si otterranno ottimi risultati”.
Governo promosso, dunque, in vista di settembre?
“La cosa importante è che queste riforme non siano più cicliche, ma finalmente anticicliche. Il problema è che noi abbiamo rincorso per anni numeri, mentre ora dobbiamo spezzare questo cane che si morde la coda”.
I poteri forti, Bruxelles in testa, come reagiranno?
“Credo che alla fine della fiera convenga a tutti avere un’Italia che cresca. Conviene ovviamente all’Italia stessa, ma anche ai poteri forti, Europa in primis. Ricordo poi che a maggio ci sono le elezioni europee. Se queste cose, che ormai hanno recepito anche i cittadini, non verranno comprese anche da parte dei “poteri forti”, molto probabilmente ci penseranno i cittadini stessi, non solo italiani, a correggere e a modificare tutto l’impianto del potere di Bruxelles”.
Altri capitoli delicati sono quelli della Tav e dell’Ilva…
“Il governo si sta muovendo bene rivedendo e rinegoziando le posizioni degli esecutivi precedenti. Sull’Ilva ci sono spazi di miglioramento molto forti, sia in termini occupazionali che ambientali. Se alla fine Di Maio riuscirà a ottenere qualcosa di più, avrà centrato il suo obiettivo. Dubito che ciò che è riuscito a ottenere Calenda sia il massimo”.
E sulla Tav?
“Credo che alla fine si farà, com’è nello spirito di questo governo. L’importante è non fermarsi allo status quo ma migliorare il progetto”.
Resta la questione Rai: quanto secondo lei potrà forzare la mano Salvini su Foa?
“Io credo che la questione di Foa sia andata al di là della nomina a presidente della Rai. C’è uno scontro palese tra Lega e Forza Italia e ora siamo al redde rationem. Sono risibili le motivazioni addotte nei confronti della sua persona. Forza Italia si sta suicidando perché non si è resa conta che più della metà del suo elettorato ha già cambiato casacca. Chi in questo momento gestisce la politica di Forza Italia, e dubito che sia Berlusconi che è di tutt’altra sensibilità politica, sta facendo una magra figura”.