Lo spoil system ha fatto il suo corso. Dopo mesi dall’insediamento del governo di Giuseppe Conte, i ministri hanno chiuso i loro staff, premiando ora la competenza di questo o quel tecnico, ora la fedeltà dello storico collaboratore. Che più di qualcosa, nel bene o nel male, sia cambiato rispetto al passato lo si vede già dalla nomine più “tecniche”. Secondo lo studio condotto da CoMar (di cui pubblichiamo una eloquente tabella), sono solo tre i Capi di Gabinetto confermati nello stesso ruolo (al ministero della Difesa, Economia e Beni Culturali) e in un caso c’è stato un trasferimento (Giuseppe Chinè è passato dalla Salute all’Istruzione). In tutti gli altri ministeri c’è stato un cambio di guardia. Cercando di premiare – questo l’intento – la competenza e l’esperienza accumulata. E così, ad esempio Alfonso Celotto, dopo essere stato in passato Capo di Gabinetto di Emma Bonino alle Politiche europee e di Roberto Calderoli alla Semplificazione normativa), oggi coadiuva il ministro Giulia Grillo proprio alla Salute. Luigi Di Maio, invece, ha scelto come suo Capo di Gabinetto Vito Cozzoli, che ricoprì quello stesso ruolo con Federica Guidi, fino alle dimissioni dell’allora ministro. A coadiuvare invece Sergio Costa all’Ambiente è il professor Pier Luigi Petrillo, che ha svolto ruolo simile sia con l’ex ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, sia finora in Regione Campania, con Vincenzo De Luca.
Comunicazione prima di tutto – Nella stanza dei bottoni, però, non ci sono solo tecnici e professori ma anche i fidi assistenti di chi un tempo era parlamentare e ora si ritrova ministro. Alcune di queste nomine già hanno portato con sé strascichi di polemiche, com’è stato nel caso, sollevato da L’Espresso, di Leonardo Foa, figlio di Marcello, il giornalista su cui Matteo Salvini tanto insiste per la presidenza Rai, che lavora proprio nello staff del ministro dell’Interno. Ma non è l’unico, ovviamente. Il leader leghista ha scelto come capo della sua segreteria Andrea Paganella, storico assistente di Salvini, che insieme a Luca Morisi (anche lui al Viminale), è il fautore delle tante campagne social del “capitano”. A gestire la comunicazione Iva Garibaldi, da sempre vicina a Salvini. Stessa dinamica anche nei dicasteri 5 stelle. Sappiamo, d’altronde, quanto sia importante la comunicazione per i pentastellati. E così ecco che tutti i portavoce sono presi dall’ex staff dei comunicatori M5s. Ogni ministro ha il suo: Fabrizio di Benedetto è al lavoro con il ministro per il Sud Barbara Lezzi, Ulisse Spinnato Vega con Danilo Toninelli alle Infrastrutture, Augusto Rubei alla Difesa con Elisabetta Trenta, Giorgio Giorgi con Alberto Bonisoli alla Cultura, Andrea Cottone con Alfonso Bonafede alla Giustizia, Stefania Divertito con Sergio Costa all’Ambiente. Di Maio, invece, ha optato per un giornalista campano fidato che già l’ha seguito nella sua attività parlamentare nella scorsa legislatura, Luigi Falco.
Mi fido di te – Ma il nostro viaggio non finisce qui. Ha fatto discutere, ad esempio, anche l’incarico di capo segreteria (sia al Lavoro che allo Sviluppo economico) che Di Maio ha affidato alla 26enne Assia Montanino. Lavorerà fianco a fianco con Cristina Belotti, l’ex capo della Comunicazione dei 5Stelle a Bruxelles e a Strasburgo, che rimase coinvolta in una storia di rimborsi contestati dal gruppo europeo Effd legati a spese per missioni non legate alla politica europea, ma alle campagne dello stesso Di Maio in Italia. Al Lavoro, invece, il vicepremier sarà coadiuvato da Salvatore Barca, suo storico assistente, e da Daniel Di Vito che nella scorsa legislatura era nello staff M5S di supporto proprio alle commissioni Lavoro ed Economia. Anche Bonafede si affida a chi è “cresciuto” nel sottobosco pentastellato, pescando dagli staff della scorsa legislatura. E così ritroviamo nella sua legislatura Gioele Brandi, che fino a qualche mese fa si occupava soprattutto della comunicazione social dei deputati, e come suo segretario particolare Daniele Longo, che invece ha collaborato con i pentastellati della commissione Affari sociali. Capo della segreteria è, invece, il suo passato assistente parlamentare: Tommaso Salvadori, che ha alle spalle una lunga carriera da assistente, avendo lavorato anche per l’ex onorevole pidiellino Pietro Paolo Amato. Decisamente curioso che nella segreteria lavori anche Gianluca Rubino. La sua ultima esperienza: addetto stampa per la candidatura alle regionali di Salvo Alotta, noto esponente del Pd in Sicilia. Dalla Giustizia passiamo alla Difesa. La Trenta ha deciso di puntare sulla competenza al di là di ogni colore politico. E così ritroviamo tanti che hanno alle spalle esperienze o al ministero o nell’esercito. Andrea Grazioso, per dire, lavora nel gabinetto del ministro della Difesa dal 2012; Paolo Macrì, attuale segretario particolare del ministro, ha collezionato diverse collaborazioni in ruoli-chiave della Difesa (l’ultimo nel Centro Militare Studi Strategici di Roma); il magistrato militare Mariateresa Poli è stato chiamato appositamente dal ministro alla Difesa. Non si può non citare, infine, la professoressa Veronica Fortuzzi, fino a ieri “responsabile area linguistica e docente presso Università degli Studi Link Campus University”, ateneo secondo molti legati all’intellighenzia pentastellata.
Amici e nemici – Per Enzo Moavero Milanesi, invece, squadra che vince non si cambia. E così agli Esteri ha portato gran parte dei collaboratori che aveva al tempo del governo Monti, da Cristiana Maria Menè (sua segretaria particolare) a Nadia Ceretti. Moavero, però, ha tenuto anche una collaboratrice portata alla Farnesina dal Viminale da Angelino Alfano: Maria Adriana Pancamo, che si occuperà di “organizzazione di eventi istituzionali”. Nel segno della continuità anche alcune nomine di Alberto Bonisoli che, oltre al Capo di Gabinetto (Tiziana Coccoluto), ha confermato pure Giorgia Floriani che ha ormai maturato lunga esperienza al Mibact. A occuparsi invece della comunicazione Valentina Tornielli, ex addetta stampa degli europarlamentari Marco Valli ed Eleonora Evi. Ancora meglio ha fatto Gian Marco Centinaio: tra i suoi collaboratori spunta non solo chi ha curato la campagna di Sergio Giordani, candidato del centrosinistra (e vincente) alle comunali di Padova, ma anche Flaminia Masia, ex addetta stampa prima del Pdl, poi di Forza Italia.