“Un boomerang che si ritorcerà contro Forza Italia. E tutto per un’opposizione, quella a Marcelo Foa candidato presidente della Rai, che non ha alcuna logica a meno che non la si voglia spiegare con logiche squisitamente partitocratiche”. È tranchant il giudizio di Francesco Storace sulla decisione di FI di non votare il presidente designato dal Cda di Viale Mazzini, accodandosi di fatto al Partito democratico e a Liberi e Uguali.
Lei come si spiega questa scelta?
“Non me la spiego. Ma c’è qualcosa che è ancora più grave”.
Cioé?
“Il campo scelto da Forza Italia per questa rottura è la Rai, cioè il presidio dell’informazione rossa”.
Quindi, a suo avviso una rottura insanabile?
“Beh, consideri la vicenda che riguarda direttamente Berlusconi e il Centrodestra: in tanti anni di coalizione c’è stata sempre grande lealtà nei suoi confronti. Che lui ora decida, da titolare di Mediaset, chi governa la Rai e chi no, è abbastanza curioso”.
Anche perché è arrivato il voto contrario a uno come Foa…
“Parliamo di un sovranista, di un giornalista di area di Centrodestra. E soprattutto parliamo di una persona perbene”.
Quindi?
“Foa ha la maggioranza del Consiglio di amministrazione, però non può fare il presidente a causa delle minoranze del Parlamento. È qualcosa che in qualunque parte del mondo non la spieghi”.
E a tutto questo ha contribuito Forza Italia…
“Opponendosi a Lega e Fratelli d’Italia e accodandosi a Pd e LeU. È inspiegabile, se non con le solite manovre partitocratiche”.
Tradotto: per una poltrona?
“Mi pare che sia l’Abc di Forza Italia. Posso dire che sia un fatto assolutamente naturale in quel partito. Il problema è che non si sono resi conto che hanno scatenato una tempesta che gli si ritorcerà contro. È un boomerang questa mossa”.
Si può parlare, secondo lei, di parabola? Gli ultimi sondaggi danno il partito di Forza Italia intorno all’8-9%…
“Diciamo che è la conclusione di un ciclo. È anche naturale, dopotutto: il prodotto viene a noia, soprattutto se ripeti sempre le stesse cose”.
Di chi è la responsabilità?
“Non può che essere innanzitutto di Silvio Berlusconi che ha fatto e disfatto il partito a suo piacimento. E alla fine è rimasto prigioniero del suo stesso cerchio magico”.
Alla fine decidevano loro per tutti?
“In pratica. Le faccio solo un esempio che mi riguarda direttamente: sono due anni che non ho il piacere di incontrare Berlusconi. E io ho fatto il ministro in un Governo di cui lui è stato presidente. Anche quando è stato ricoverato è stato impossibile sentirlo solo per fargli gli auguri: non te lo passano”.
Vittima del suo stesso cerchio?
“L’hanno chiuso nella sua torre di Arcore ed è impossibile parlarci di politica, di calcio o di qualunque altro argomento. E diciamo che non è il biglietto da visita migliore per un leader”.
Ora però è stato annunciato il restyling del partito: Forza Italia lascerà il posto a L’Altra Italia. Può essere la soluzione del problema?
“È evidente che no: non basta cambiare il nome. Anche perché sarebbe una casa un po’ più piccola, una casetta. Può essere al massimo una garçonnière…”.
Inevitabile chiederle, a questo punto, come si immagina il Centrodestra dopo la parabola di Forza Italia.
“Salvini ha le carte in regola per prendersi tutto il Centrodestra. Però non sottovaluterei di qui a qualche tempo neanche Giorgia Meloni che si sta muovendo bene. Vedremo quello che potrà succedere. La partita è aperta”.