Derby grillino all’Antimafia. Morra-Giarrusso al fotofinish. Un calabrese o un siciliano per la presidenza

Due in lizza per la poltrona più alta dell’Antimafia. Si stringe la partita per i vertici di una delle commissioni d’inchiesta più delicate: e pare proprio che sarà una corsa a due, tutta interna al Movimento 5 Stelle

Due in lizza per la poltrona più alta dell’Antimafia. Si stringe la partita per i vertici di una delle commissioni d’inchiesta più delicate: e pare proprio che sarà una corsa a due, tutta interna al Movimento 5 Stelle, tra Mario Michele Giarrusso e Nicola Morra. La legge che istituisce l’organismo bicamerale sarà in aula al Senato la prossima settimana per il via libera definitivo dopo l’ok all’unanimità già incassato alla Camera. “Oggi in Commissione Affari costituzionali verranno esaminati gli emendamenti”, dice Giarrusso, che è pure relatore del provvedimento a Palazzo Madama, oltre che in predicato di divenire il successore di Rosy Bindi a Palazzo San Macuto.

Testa a testa – “Decideranno i miei colleghi”, dice il senatore eletto in Sicilia e di professione avvocato. Che sulle sue chance per la presidenza non si sbilancia. Ma si dice certo che i lavori della Commissione, di cui è stato membro già nella passata legislatura, dovranno concentrarsi sul rapporto tra mafia e politica “per consegnare finalmente a questo Paese una verità sulle stragi e sulle trattative che non sia costruita sui castelli dei depistaggi”, dice alludendo alla sentenza depositata nell’anniversario della strage di via D’Amelio. “Bisogna anche chiarire il ruolo avuto dalla massoneria in alcune vicende, senza generalizzazioni e criminalizzazioni. Perché vogliamo la verità non sollevare polveroni”. Giarrusso dovrà vedersela con Morra, docente di filosofia e storia, genovese di nascita, eletto per il Movimento 5 Stelle in un’altra regione difficile, la Calabria, dove vive.

La mission – Varata la legge che istituisce anche per questa legislatura l’Antimafia, si dovranno indicare i rappresentanti che siederanno nella Commissione che presumibilmente diventerà operativa solo a settembre. E che avrà tra i suoi compiti, oltre l’indagine del fenomeno mafioso nel suo complesso, anche l’attuazione delle leggi sui collaboratori di giustizia e sul regime del 41 bis, sull’attuazione dell’applicazione del regime carcerario, anche con riferimento al monitoraggio delle scarcerazioni.il ruolo della criminalità nella promozione e nello sfruttamento dei flussi migratori illegali. Ma non solo: dovrà approfondire il rapporto fra mafia e politica, l’impatto negativo che le associazioni mafiose hanno sul sistema produttivo del Paese, con particolare riferimento all’alterazione della libera concorrenza, l’accesso ai sistemi bancario e finanziario, la trasparenza e la gestione delle risorse pubbliche destinate al sistema imprenditoriale. Senza tralasciare la verifica dell’adeguatezza delle norme sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo e del monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione da parte della criminalità di tipo mafioso negli enti locali. Altro grande tema che sarà affrontato, quello della verifica dell’adeguatezza delle disposizioni in materia di tutela delle vittime di estorsione ed usura, di tutela dei familiari delle vittime di mafia.