Nella complicata sciarada delle nomine, che il Governo pentaleghista sta cercando di risolvere, il capitolo energia è diventato incandescente. Qui si parte da alcuni attriti registrati negli ultimi giorni al Ministero dello Sviluppo, che a cascata potrebbero portare a una bella spartizione di poltrone tra Autorità dell’energia, che ora si chiama Arera, e Gse, la società che gestisce 16 miliardi l’anno di incentivi alle rinnovabili. Al ministero di via Veneto, guidato da Luigi Di Maio, c’è qualche fibrillazione per l’attribuzione della delega sull’energia. A questa ambirebbero il viceministro leghista, Dario Galli, e il sottosegretario grillino Davide Crippa, che per i Cinque Stelle ha sempre curato il tema energia con Gianni Pietro Girotto, oggi presidente della Commissione industria del Senato. Per risolvere la questione senza troppe scottature, c’è chi ha proposto una sorta di spacchettamento delle deleghe energetiche.
L’ipotesi – A Crippa quelle sulle energie rinnovabili (tema caldo per i Cinque Stelle), a Galli tutto il resto. C’è però anche chi fa notare che questa divisione non avrebbe senso se prima lo spacchettamento non viene fatto a monte, magari scindendo in due l’attuale Direzione mercato elettrico del Mise, guidata da Rosaria Fausta Romano, e creando una Direzione per le rinnovabili. Queste scaramucce fanno capire come la logica spartitoria potrebbe ripercuotersi sull’Autorità Energia, il cui rinnovo dovrebbe essere imminente e dovrebbe premiare un presidente in quota Lega; e sul Gse, la società degli incentivi alle rinnovabili che dovrebbe rientrare nella sfera di competenza grillina. Seguendo questo ragionamento, ecco che all’Autorità vengono date in crescita le chance di Paolo Arata, professore di ecologia, ex deputato di Forza Italia ma nel frattempo convertitosi in consulente della Lega proprio sulle questioni energetiche. In alternativa sta circolando il nome del magistrato Tommaso Marvasi, presidente del Tribunale delle imprese di Roma. In calo vengono invece date le chance di altri profili circolati nelle scorse settimane, come Raffaele Tiscar (già vicesegretario generale a palazzo Chigi con Renzi) e Stefano Besseghini (presidente di Rse, la società di ricerche del gruppo Gse). Quanto al Gse, il cui destino è intrecciato con quello dell’Autorità, ieri è circolata la voce secondo la quale i grillini avrebbero condensato al massimo i profili spendibili per il ruolo di presidente e Ad.
Pretendenti – Tra questi grandi chance vengono accreditate a Carlo Maria Medaglia, già capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente con Gian Luca Galletti ma soprattutto professore in quella fucina grillina che ormai è diventata la Link Campus University. Accanto a lui c’è Attilio Punzo, neo direttore “monitoraggio operativo” dello stesso Gse. Perdono quota, invece, la possibilità di Alberto Biancardi, sebbene considerato vicino a una delle menti energetiche grilline, come detto il sottosegretario Crippa. Biancardi, infatti, oggi è componente dell’Arera e sarebbe veramente complicato spostarlo di punto in bianco dall’Autorità al Gse. Un fatto è certo, lo show down nella società che gestisce gli incentivi alle rinnovabili è previsto per domani. E, salvo sorprese che di questi tempi sono sempre possibili, per avere il nome del nuovo Ad è questione di ore.