La quadratura del cerchio è tutt’altro che definita. Ma i candidati alle poltrone che contano, in questo delicatissimo valzer di nomine pubbliche, sono allo sprint finale. Il discorso vale soprattutto per alcune società di Stato che non godono della “ribalta” mediatica, ma che in realtà sono strategiche. Si prenda il Gse (Gestore servizi energetici), che fa capo al ministero del Tesoro, guidato da Giovanni Tria, ma agisce sotto l’egida del dicastero dello Sviluppo di Luigi Di Maio, gestendo 16 miliardi l’anno di incentivi alle rinnovabili. Un nome in ascesa, per il ruolo di presidente e Ad, è Giuseppe Nucci, già amministratore delegato della Sogin (società di smaltimento di impianti nucleari) e ancora prima manager dell’Enel. Accreditato all’epoca di buoni rapporti col centrodestra, oggi Nucci punterebbe al vertice del Gse con la sponda della Lega. Del resto molte aziende del Nord, dove ormai il Carroccio la fa da padrone, hanno forti interessi nel settore delle rinnovabili.
Ipotesi in campo – Un altro nome che circola come possibile presidente e Ad del Gse è quello di Alberto Biancardi, milanese e bocconiano, esperto di energia che godrebbe della stima dei Cinque Stelle. Biancardi, però, dal 2011 è componente dell’Arera, cioè proprio dell’Autorità di regolazione dei settori energia, reti e ambiente, anch’essa in fase di rinnovo. Insomma, potrebbe esserci una questione di opportunità relativa al suo passaggio al Gse. Questi movimenti inducono molti osservatori e ritenere scontata la mancata conferma al Gse dell’attuale presidente e Ad, Francesco Sperandini, considerato vicino al Pd romano. Il quale, però, a sua volta starebbe esplorando la possibilità di approdare in Ferrovie, dove balla la posizione dell’Ad renziano Renato Mazzoncini (peraltro recentemente rinviato a giudizio per truffa in una vecchia vicenda relativa a quando era al vertice di Busitalia). Tornando all’Arera, ancora per poco presieduta da Guido Bortoni, anche qui la situazione si va facendo molto movimentata. La Notiziaaveva già segnalato in pole position, per il ruolo di presidente, Raffaele Tiscar (prima renziano, poi un po’ meno), già capo di gabinetto dell’ex ministro dell’ambiente, il casiniano Gian Luca Galletti. Tiscar, nel perseguire il suo obiettivo, avrebbe cercato sponde sia nella Lega, sia nei Cinque Stelle. Nelle ultime ore, però, stanno crescendo le quotazioni del genovese Paolo Arata, professore di ecologia, ex deputato di Forza Italia ma oggi molto vicino alla Lega. Per la composizione del collegio dell’Authority continuano a farsi in nomi di Rosanna De Nictolis, consigliere di Stato e già capo di gabinetto di Andrea Orlando (Pd) all’Ambiente, Luigi Gabriele, responsabile dell’associazione Codici (entrambi in quota Cinque Stelle) e Sara Romano, direttore generale del mercato elettrico al Mise, più vicina al Pd.
Gli altri – Parlando sempre di situazioni movimentate, nel Governo si sta cercando la stretta sulla poltrona di Direttore generale del Tesoro. Tra gli interni sono date in salita le quotazioni di Antonino Turicchi, a capo della direzione finanza e privatizzazioni di via XX Settembre, il quale sarebbe in vantaggio su Alessandro Rivera e Stefano Scalera. Ma i Cinque Stelle non hanno intenzione di mollare sul loro candidato, Antonio Guglielmi, capo dell’equity market di Mediobanca, considerato un “eretico” di piazzetta Cuccia. Per Cassa Depositi, la madre di tutte le partite, bisognerà aspettare fino a metà luglio.