di Angelo Perfetti
Forse avrebbe fatto meglio a restare fedele al mandato della prima ora: un impegno tecnico limitato nel tempo, per poi accomodarsi sulla poltrona di senatore a vita e continuare la carriera di professore. Invece Monti si è fatto ammaliare dalle sirene della politica, e ora ne sconta le conseguenze. Bocciato dal popolo italiano nelle urne, stoppato nella sua corsa verso il Quirinale, trombato nella ricerca di un ministero degli Esteri, scavalcato dal fido Casini nella corsa per la Presidenza della Commissione esteri del Senato, scaricato anche da quel Montezemolo che pure gli aveva dato la benzina per provare a fare una Scelta civica. Monti è ormai in caduta libera, e l’assemblea dei parlamentari di oggi in via Poli gli darà probabilmente il colpo di grazia. D’altronde i termini del documento con cui una trentina di esponenti del movimento, di provenienza non solo Italia Futura, hanno messo a punto in vista del confronto sono durissimi: Scelta civica deve darsi “senza indugio” una “struttura di vertice” e recuperare “anche formalmente nella posizione di presidente, il proprio fondatore e leader naturale nella persona di Mario Monti”. Un modo neanche troppo implicito per definire la figura di Monti come quella del “padre nobile” che resta fuori dall’agone politico, messo in un angolo dorato dal quale fare meno danni possibili.Il documento propone una “ripresa incisiva del ruolo” di Scelta Civica come “coscienza critica riformatrice in seno alla nuova maggioranza di governo e il suo collegamento organico con i gruppi e movimenti che si ispirano alle stesse idee”. Si tratta di una proposta di delibera stesa da Tito Dimaggio, Stefania Giannini, Pietro Ichino e Mariano Rabino, per l’assemblea costituente di Scelta Civica del 16 maggio 2013, preparatoria del congresso nazionale che si svolgerà nel prossimo autunno. “Il movimento nato il 23 dicembre 2012 intorno all’Agenda Cambiare l’Italia Riformare l’Europa”, vi si legge, “dopo aver conseguito un risultato elettorale inferiore alle attese, ma pur sempre positivo, ha attraversato un periodo di assestamento, ma anche di appannamento della propria missione e della propria immagine, che deve essere al più presto superato. Scelta Civica ha ora dunque la necessità urgente di riaffermare limpidamente e con forza la propria vocazione politica alla costruzione dell’Unione Europea e alla piena integrazione in essa dell’Italia, attraverso le riforme profonde e incisive che l’integrazione stessa richiede; recuperare il consenso diffuso intorno ai contenuti del proprio programma e prioritariamente dei capitoli di esso riferiti all’economia nazionale, al mercato del lavoro e allo stato sociale, alle amministrazioni pubbliche, all’istruzione e ricerca, alla valorizzazione del patrimonio culturale; realizzare una forte iniziativa politica nel Paese e in Parlamento su questi temi e obiettivi, aggregando intorno ad essi tutti i gruppi, associazioni e movimenti che ne condividono l’ispirazione e che oggi sono privi di rappresentanza politico-parlamentare; evidenziare meglio la propria posizione e ruolo, come promotrice del cambiamento, nel quadro politico generale, ed esercitare incisivamente la funzione di coscienza critica riformista tra le forze dell’attuale maggioranza”.