La difesa è sempre legittima. Quando ci compie “un atto”, compreso sparare, per respingere “l’ingresso o l’intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell’immobile, con violenza o minaccia di uso di armi di una o più persone, con violazione di domicilio”. Il cuore della proposta di legge della Lega, a prima firma del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, è tutto qui. In questo comma che il Carroccio punta ad incollare in calce all’articolo 52 del codice penale.
Licenza di fare fuoco – Di fatto una vera e propria licenza di impugnare la pistola – purché regolarmente detenuta – e sparare al ladro che, magari nottetempo, si è introdotto furtivamente in casa. Senza bisogno, come previsto invece dalla normativa vigente, di dover dimostrare la proporzionalità tra difesa e offesa, oggi decisiva ai fini della scriminante penale. Insomma, per dirla in altre parole, la proposta del Carroccio punta ad introdurre nell’ordinamento una sorta di “presunzione di legittima difesa per gli atti diretti a respingere l’ingresso, mediante effrazione, di sconosciuti in un’abitazione privata ovvero presso un’attività commerciale professionale o imprenditoriale con violenza o minaccia di uso di armi” contemplati dalla (futura) legge. Ma non è tutto. Parallelamenta la proposta Molteni inasprisce le pene per il reato di furto in abitazione e con strappo, riscrivendo l’articolo 624-bis del codice penale. Che prevede, nella nuova versione, la reclusione da un minimo di cinque anni a un massimo di otto anni e la multa da un minimo di 10mila a un massimo di 20mila euro. Pena ulteriormente aumentata se il furto è avvenuto strappando di mano o di dosso la “cosa mobile altrui”: in questo caso il ladro rischia da due a sei anni di reclusione. Che può arrivare da sei a dieci anni al ricorrere di una o più circostanze aggravanti.
Stretta sui benefici – E non finisce qui. Per chi commette il reato di furto sarà molto più difficile accedere ai benefici di legge. Come spiega, infatti, la relazione introduttiva della proposta di legge, allo scopo di rendere effettive le misure proposte, si prevede che “la sospensione condizionale della pena per il reo sia subordinata al pagamento integrale alla parte offesa del risarcimento del danno”. Ed è esclusa la concessione dei benefici previsti dalla normativa sull’ordinamento penitenziario “per coloro che sono stati condannati” per il reato di furto in appartamento o con strappo. Insomma, dopo il pugno di ferro sugli sbarchi dei migranti e il censimento dei Rom, la Lega prosegue l’offensiva sul fronte della sicurezza. Un fronte nel quale si inquadra, del resto, anche la proposta di legge sulla legittima difesa. Nata, secondo i proponenti, dalla necessità di tutelare le vittime di “incursioni, anche notturne, in abitazioni o in attività commerciali realizzate con violenza che non risparmia neppure anziani o bambini e che spesso sfociano in esiti mortali per gli aggrediti”.