“Salvini è un cannibale, è l’Eddy Merckx della politica italiana, se lasciamo che continui così quello ci stacca in volata, ci mangia a tutti”. Tra i deputati pentastellati che si aggirano nel Transatlantico di Montecitorio si scherza, neanche troppo, sulle capacità del leader del Carroccio di dettare l’agenda mediatica del Governo giallo-verde. Del resto, al di fuori della metafora ciclistica e stando agli ultimi sondaggi, il risultato in termini di consenso per il neo ministro dell’Interno sembrerebbe essere chiaro, con gli istituti demoscopici che vedono ormai il Movimento Cinque Stelle agganciato dai partner della maggioranza, attorno al 29 percento dei consensi.
Rapporti di forza – Un’emorragia importante di preferenze, se paragonata ai risultati elettorali consegnatici soltanto qualche mese fa dalle urne, che avevano visto i due partiti attestarsi rispettivamente al 32 e al 17 per cento. E allora ecco spiegato il malumore tra i parlamentari grillini. La chiave, ragionano nell’universo che ruota intorno a Luigi Di Maio, è quella di un cambio di passo nella comunicazione, il mantra che circola uno solo: “Quello di ieri dev’essere per noi il fondo dal quale risalire, tornare ad imporre i nostri temi, le nostre battaglie, altrimenti quello tra un anno stacca la spina e si ritorna ad elezioni”. Già lunedì, doveva essere la giornata dell’incontro a Berlino tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera Angela Merkel, del patto europeo sui migranti e del fondo Ue sulla povertà per alimentare il reddito di cittadinanza. E’ stata invece l’ennesima giornata di Matteo Salvini e la sua proposta di censire i rom. Il presidente del Consiglio oscurato dal ministro degli Interni. Un’altra volta. Dopo la vicenda Aquarius, ecco che ne spunta un’altra. E se la tecnica del leader del Carroccio sembra ormai collaudata – “Appena Conte è in viaggio lui ne spara una”, sottolineano i pentastellati – il contrattacco non potrà che essere uno: quello mediatico.
Volata finale – Questo, al di là della sofferenza di più di un parlamentare dell’ala “dissidente”, che da sempre ha accettato l’alleanza di Governo con i leghisti con più di qualche mal di pancia. Non a caso il presidente della Camera Roberto Fico, che come uno dei suoi primi atti ha voluto ricevere a Montecitorio i vertici della ong Medici Senza Frontiere, ieri ha attaccato la posizione del premier ungherese sui migranti. Che poi è la stessa portata avanti da Salvini, che con il Governo di Budapest intende fare asse in sede europea. “Bisogna ridiscutere il regolamento di Dublino – ha detto Fico – e occorre farlo con la Francia e la Germania, mettendo fuori le posizioni estreme. Se Orbàn non vuole le quote, dovrà essere multato”. Insomma la controffensiva è iniziata e Salvini è avvertito: nessuno tra i grillini sembra più disposto a cedergli terreno, anche perché “Matteo è un cannibale, è l’Eddy Merckx della politica italiana”. L’aggancio gli è già riuscito. E se non si cambia registro il sorpasso è assicurato.