Negli ultimi tre anni si sono moltiplicate. Basti pensare che tra il 2015 e il 2017 sono state censite ben 108 tra fondazioni e associazioni politiche. “Accomunate dalla presenze di politici negli organi apicali, dal desiderio di diventare dei forum in cui discutere e formare una nuova classe politica e dalla volontà di instaurare dei processi di policy making”, spiega uno degli ultimi dossier di Openpolis.
Poche informazioni – Un vero e proprio boom – mentre il Governo annuncia strette imminenti – che va di pari passo con “la progressiva diminuzione del finanziamento pubblico ai partiti, e la necessità di trovare nuovi modi per finanziare le campagne elettorali”. Ma non è tutto. Ad accomunare le fondazioni politiche, con alcune eccezioni, c’è anche un altro dato: la scarsa strasparenza. “La mancanza di una forma giuridica ad hoc”, sottolinea ancora Openpolis, rende, infatti, “molto difficile monitorare il fenomeno”. Da una ricognizione dei rispettivi siti internet, “il 23,40% di essi” non rende noti neppure i relativi organigrammi. E delle 94 fondazioni rintracciate sul web “solo 15 (il 15,96%) pubblicano un bilancio, più o meno aggiornato e più o meno strutturato”. Si tratta di Aspen Institute Italia, Centro studi politica internazionale, Fondazione Basso, Fondazione Di Vittorio, Fondazione Eyu, Fondazione Nilde Iotti, Fondazione Open, Fondazione Sviluppo Sostenibile, Glocus, Human Foundation, Italia Decide, Libertiamo, Magna Carta, P&R Foundation e Symbola. Ancora più difficile risalire all’“elenco dei finanziatori o soci”. A condividere questa informazione sul web sono, infatti, appena 8 fondazioni su 94: Aspen Institute Italia, Fondazione Etica, Fondazione Open, Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII, Fondazione Sviluppo Sostenibile, Human Foundation, Italia Decide e Symbola.
Poltrone plurime – E non finisce qui. Confrontando gli organigrammi disponibili, infatti, un ulteriore dossier di fine maggio curato sempre da Openpolis, rivela che “il 77% delle strutture censite… sono collegate fra loro”. Tra queste spiccano Aspen Institute Italia (nel cui esecutivo figurano tra gli altri Giuliano Amato, Gianni Letta e Mario Monti) con 21 membri presenti anche in altre organizzazioni, Astrid (presieduta da Franco Bassanini) con 22, Fondazione Italia Usa (vice presidenti Emilio Carelli del M5S, Gabriella Giammanco di FI e Dario Stefano del Pd) con 23, Italia Decide (presieduta da Luciano Violante) con 19 e Italianieuropei (guidata da Massimo D’Alema) con 32.
Stretta sulle regole – Un tema, quello della trasparenza delle fondazioni, ma anche dei partiti politici, sul quale il vice premier Luigi Di Maio potrebbe intervenire con una riforma per renderne pubblici i bilanci. Come sostiene pure il vice presidente della Camera Roberto Fico “c’è bisogno di una legge per le fondazioni e i partiti oltre che una legge molto forte per la corruzione”.