Il messaggio è chiaro, inequivocabile: “Vogliamo rimanere nell’Unione europea e nell’Euro”. Firmato: gli italiani. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono avvisati: un sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli invita i leader di Lega e M5s a evitare ‘colpi di testa’. Certo, né l’uno né l’altro scenario – nonostante i contenuti di una bozza del “Contratto per il Governo del cambiamento” circolata agli albori della trattativa tra i due partiti – vengono contemplati nell’accordo di programma. Ma, come si dice, repetita iuvant. Pur ricordando quanto scritto all’art. 75 della Costituzione, tre giorni fa l’Istituto presieduto da Roberto Baldassari ha chiesto agli intervistati (510) cosa voterebbero se chiamati alle urne per un eventuale referendum per uscire dall’Ue e dalla moneta unica. Ebbene, nel primo caso il 67% si esprimerebbe per restare al suo interno (solo il 28% sarebbe invece favorevole e un 5% è senza opinione); nel secondo, la percentuale sale al 72% contro il 23% di chi mostrerebbe il pollice all’insù (5% è senza opinione). Insomma, “gli italiani si confermano sostanzialmente europeisti”, tira le somme Baldassari con La Notizia.
Sali e scendi – Ma non solo. Pensando all’attuale situazione politica, sbloccatasi ieri dopo 88 giorni con la nascita del Governo giallo-verde, l’Istituto Piepoli ha chiesto chi, tra gli attori in campo, sia da considerarsi il vero vincitore. Al primo posto col 25% si piazza Salvini, seguito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, staccato di sette punti percentuali (18%). Sorprende invece il giudizio sul capo politico dei Cinque Stelle, che si classifica al terzo posto, alla pari con l’ex premier Silvio Berlusconi (Forza Italia), con un non proprio esaltante 8%. L’ex segretario del Pd, Matteo Renzi, racimola un 5% di bandiera, in un contesto in cui, comunque, il 29% di coloro ai quali è stata posta la domanda non esprime un’opinione. “Andando però ad analizzare i flussi elettorali, ovvero gli schieramenti di appartenenza dei nostri intervistati, vediamo come la vittoria di Salvini sia riconosciuta in maniera netta ovviamente dall’elettorato della Lega, da quello del Pd e da quello degli altri partiti, mentre l’elettorato di Forza Italia e quello del M5s attribuiscono la vittoria ai loro rispettivi capi politici – spiega il sondaggista –. È interessante notare come il ‘partito degli astenuti’ attribuisca la vittoria, seppur di poco, al presidente Mattarella”.
E ancora. “Se andiamo ad analizzare le variabili socio-demografiche, la prima grande differenza di giudizio la registriamo nel ‘genere’: gli uomini individuano in Salvini il vincitore mentre le donne lo individuano nel presidente Mattarella. Mentre per quanto riguarda le fasce d’età, trasversalmente, il leader della Lega ottiene lo scettro del vincitore, chi ha basso titolo di studio confida più nel presidente Mattarella, mentre proprio tra le fasce a più elevato titolo di studio e gli opinion leader è Salvini a riscuotere maggior successo”, conclude sul punto Baldassari.
Altra doccia fredda – “Se l’opinione pubblica si schiera in favore di Salvini nell’identificazione del vero vincitore di questa fase politica, altrettanto chiara è l’indicazione per cui, a uscirne sconfitti sono gli italiani nella loro generalità (45%) e, tra i leader, Di Maio (23%)”, è l’ulteriore spunto d’analisi del sondaggio. Ad attribuire la sconfitta al capo politico del M5s “sono in modo particolarmente accentuato gli elettori del Pd, di Forza Italia e degli altri partiti. È interessante notare come però, in modo trasversale e a prescindere dall’appartenenza politica, gli italiani indichino se stessi come veri sconfitti della fase di impasse, con unica eccezione rappresentata dagli elettori di FI”. Scendendo ancor più nello specifico, dice Baldassari in conclusione, “credono di più nella sconfitta di Di Maio i più giovani, mentre col crescere dell’età questa fase politica è percepita sempre più come una sconfitta per gli italiani. Passando al livello di istruzione, Renzi è il vero sconfitto per chi ha basso titolo di studio, mentre è Di Maio tra gli opinion leader e i detentori di alti livelli di istruzione”.
Twitter: @GiorgioVelardi