di Stefano Sansonetti
La casella è destinata a sfuggire all’esercizio di un esclusivo potere decisionale. Per questo, se il Governo Lega-5 Stelle dovesse nascere, la scelta del ministro dell’economia passerà anche (e soprattutto) attraverso il vaglio del Quirinale. Troppo importante il ruolo di trait d’union con l’Ue, rivestito dall’inquilino di via XX settembre, perché il Capo dello Stato non esiga garanzie. E così, nel quadro già complicato, risulta per certi aspetti ancora più complicato capire chi potrà essere il nuovo ministro dell’economia. Proprio in virtù di queste coordinate, però, nelle ultime ore un nome che sta riprendendo quota è quello di Dario Scannapieco, spuntato fuori qualche settimana fa come possibile nuovo Ad della Cassa Depositi e Prestiti.
Il profilo – Il suo è un profilo che, visto il curriculum, offrirebbe a Sergio Mattarella le garanzie di cui sopra. Dal 2007 a oggi, infatti, Scannapieco riveste il ruolo di vicepresidente della Bei (Banca europea degli investimenti). E già questo gli permette di avere un’ottima conoscenza della macchina comunitaria. Non solo. Si dà il caso che il medesimo Scannapieco dal 2002 al 2007, fondamentalmente in anni di Governo di centrodestra, sia stato capo della Direzione finanza e privatizzazioni del Tesoro, esperienza che gli garantisce anche una precisa conoscenza di una bella fetta di via XX Settembre. Peraltro aveva cominciato ad annusare il dicastero dal 1997, quando venne chiamato a far parte del Consiglio degli esperti del Tesoro. Occhio alle date: in buona parte dei periodi da lui passati al ministero, direttore generale del Tesoro era Mario Draghi (in carica dal 1991 al 2001), mentre ministro era Carlo Azeglio Ciampi (1997-98). In poche parole Scannapieco avrebbe un’estrazione in grado di tranquillizzare il Colle. Detto questo è anche vero che il nome dell’attuale vicepresidente della Bei era già ampiamente girato nella partita per la Cassa Depositi e Prestiti, la più importante delle controllate del Tesoro che dovrà essere rinnovata a fine giugno (per la quale potrebbe ancora essere in ballo). Insomma, come spesso accade il vantaggio di avere troppe chance può trasformarsi nel rischio di non averne più nessuna.
Gli altri – Tra gli altri papabili alla poltrona più importante di via XX Settembre, come scritto da La Notizia del 15 maggio, resiste anche Antonio Guglielmi, “banchiere” di Mediobanca, all’interno della quale oggi è responsabile del settore equity market. Ma Guglielmi per tanti anni è stato a Londra a dirigere Mediobanca Securities, controllata di Piazzetta Cuccia che spesso ha sfornato dossier “eretici” di politica economica. Il suo è un profilo che piace ai 5 Stelle, ma è molto conosciuto anche nell’entourage leghista. Ed è pur sempre un uomo di quel tempio della finanza che è Mediobanca. Secondo alcuni osservatori, inoltre, anche il vicesegretario del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, conserverebbe buone chance di salire ai piani alti dell’Economia. Il problema, però, in questo caso resta la volontà di Giorgetti di assumere un incarico così complicato e rischioso politicamente. Per questo, alla fine, si tende a ragionare su un profilo esterno, che dovrà avere il placet del Colle.