Diventano un caso le parole del deputato della Lega, Claudio Borghi, che siede al tavolo dove si sta scrivendo il “Contratto per il Governo del cambiamento” tra Carroccio e M5s, su Mps. “C’è un punto del contratto su Mps – ha rivelato stamattina l’interessato –. L’intento abbastanza condiviso da tutte e due le forze è che la banca deve essere ripensata in ottica di servizio”. Per Borghi “in buona sostanza” la ridefinizione di Mps significa “abbandonare l’idea di farci profitti vendendola a chissà chi ma mantenendola come patrimonio del Paese. Tutto qua”. Dichiarazioni che hanno visto crollare in Borsa il titolo dell’istituto senese, che ha chiuso con un -8,86% dopo essere stata anche sospesa, con prezzo a 2,923 euro, rispetto ai 3,40 toccati pochi giorni fa dopo la trimestrale.
Circostanza che ha indotto Pier Carlo Padoan (Pd) a intervenire con una nota formale. Per il ministro dell’Economia, “le dichiarazioni odierne dell’on. Borghi, insieme alle indicazioni fornite nella bozza di programma condiviso tra Lega e Movimento 5 Stelle, hanno immediatamente creato una crisi di fiducia che ha prodotto una caduta del corso del titolo in borsa superiore al 10% e la successiva sospensione per eccesso di ribasso. Un fatto molto grave che mette a repentaglio l’investimento effettuato con risorse pubbliche. Ho il dovere di ricordare a tutti gli attori politici che la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare”.
Ma non solo. “Per tutta la scorsa legislatura diversi governi hanno lavorato a un piano credibile di messa in sicurezza e rilancio di Banca Monte dei Paschi di Siena. Nel 2017 abbiamo avviato un piano sostenibile che ha posto le basi per un rilancio duraturo. I risultati del primo trimestre del 2018 – ha sottolineato in conclusione Padoan – dimostrano che il piano è ben congegnato e che il management lo sta implementando in modo efficace”.