di Stefano Sansonetti
Da Londra, ma il perimetro parrebbe anche più ampio, il programma giallo-verde viene considerato “incompatibile con le regole dell’Unione europea”. In particolare a finire nel mirino è il progetto dei mini-Bot, strumenti caldeggiati dai leghisti per permettere allo Stato di pagare in tempi rapidi i debiti nei confronti dei privati. Per il Financial Times, addirittura, si tratta di una sorta di “moneta parallela”, che sarà sicuramente terreno di scontro tra il nuovo governo leghista-pentastellato e le istituzioni di Bruxelles. Di sicuro il quotidiano londinese, in un articolo dell’editorialista Wolfgang Munchau, non va tanto per il sottile. La premessa è che un programma economico basato su flat tax, reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero e mini-Bot non può minimamente essere sostenibile in sede Ue. Per questo, scrive la testata, il Governo nascente avrebbe due opzioni di fronte a sé: “diluire le promesse elettorali, o cercare di implementarle più tardi”.
Il bivio – Entrambe le strade, però, hanno costi di non poco conto. Ad ogni modo “l’evoluzione più probabile del nuovo Governo potrebbe prevedere un primo periodo di riluttante adesione alle regole europee, seguito però da tre conflitti con Bruxelles”. Un primo terreno di scontro sarebbe quello fiscale, inteso nel senso delle strette regole di bilancio imposte dall’Europa. Qui, sostiene il Ft, è difficile che l’Ue possa accettare la posizioni di un Matteo Salvini che nei giorni scorsi ha parlato di un “soffocamento” dell’Italia determinato dai vincoli di bilancio. Un secondo terreno di scontro, ed è forse il passaggio più interessante, è rappresentato da una delle proposte economiche della Lega finora rimaste più sottotraccia. Si tratta dei cosiddetti mini-Bot, ovvero titoli con cui lo Stato potrebbe pagare i debiti verso i privati. Secondo il Ft, che fa notare sull’idea una certa freddezza da parte dei grillini, si tratta “di una sorta di moneta parallela”, di un “modo per uscire dall’eurozona senza uscire dall’eurozona”. Insomma, una bella puntura di spillo. Il terzo terreno di scontro, infine, sarebbe il nodo gordiano dell’immigrazione, dove la partita con Bruxelles sarà tutta da giocare.