È la partita nella partita. Che ufficialmente si aprirà non appena il Governo Lega-M5S si sarà insediato. Ma che, di fatto, è già iniziata nel momento in cui l’intesa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio ha fotografato la nuova geografia politica della legislatura. Con due sole forze politiche di maggioranza, il Carroccio e i Cinque Stelle, e tutte le altre collocate all’opposizione. Un dettaglio non irrilevante per la corsa alle ambite poltrone delle Commissioni parlamentari di garanzia. A cominciare dal Copasir, il Comitato di controllo sui servizi segreti, e della Vigilanza Rai. Le cui presidenze sono, per prassi, riservate ad esponenti dell’opposizione.
Partita a scacchi – Una partita nella quale il Pd, numericamente il primo partito della minoranza parlamentare, dopo settimane di retroscena sulle mire renziane (in particolare sul Copasir), è entrato ufficialmente venerdì. “Le commissione Copasir e Rai devono andare all’opposizione perché sono di garanzia e di controllo. È sempre stato così”, ha messo le mani avanti il reggente Maurizio Martina. E così certamente sarà. Resta da capire, però, a quali tra i partiti delle opposizioni saranno assegnate. Anche perché, da venerdì, il Pd dovrà vedersela con un contendente in più: Forza Italia. “Faremo all’opposizione quello che abbiamo fatto al Governo – ha annunciato Licia Ronzulli, fedelissima di Silvio Berlusconi –. Ovvero portare avanti e sostenere provvedimenti che vadano nella direzione di abbassare le tasse, aumentare la sicurezza dei cittadini, rilanciare l’economia e l’occupazione, fermare l’immigrazione clandestina, aiutare i troppi connazionali che sono in condizioni di povertà assoluta e relativa”. Insomma, niente astensione critica, come era stato ipotizzato dal quartier generale di Arcore all’atto del passo di lato dell’ex Cavaliere. Collocandosi all’opposizione, Forza Italia entra di diritto nella partita a scacchi per la guida del Copasir e della Vigilanza Rai.
Una mossa che, al Nazareno, ha alimentato subito il sospetto che, proprio la presidenza del Copasir, sia finita, come contropartita, nella trattativa interna al Centrodestra per convincere Berlusconi a dare il proprio assenso alla nascita del Governo M5S-Lega. Si vedrà.
Legge del contrappasso – Quel che è certo è che, anche l’esternazione via Facebook del commissario grillino uscente del Copasir, Angelo Tofalo, è sembrata a molti un ulteriore avviso al Pd: “Cinque anni fa mi sono battuto con forza per fare in modo che la presidenza del Copasir andasse all’unica vera opposizione presente in Parlamento, il 25% dei consensi per il M5S era un chiaro messaggio degli italiani, ma il Pd di Letta decise di affidare questo delicato ruolo a Stucchi, rappresentante di una Lega (ancora Nord) votata dal 4% degli elettori”. Insomma, visto il precedente, il Pd non potrà certo lamentarsi se la presidenza del Copasir finisse a FI, che rappresenta il 14% degli elettori, Fratelli d’Italia (4,3%), sempre che non decida di sostenere il Governo, o addirittura a LeU (3,3%).