Una relazione (informale) di una quindicina di pagine sul taglio dei vitalizi, accende la miccia a Palazzo Madama. Il documento, redatto dai tecnici del Senato, è stato spedito e recapitato alla Camera. “Ma senza darne avviso al collegio dei questori e senza che fosse prima stata esaminata da quest’ultimo, come avevo espressamente richiesto”, accusa la senatrice questore del Movimento 5 Stelle, Laura Bottici. Che mette sotto accusa, per la trasmissione della relazione senza previa discussione, il questore anziano Antonio De Poli. “Riteniamo grave il suo atteggiamento che va contro le più elementari regole di trasparenza e che non rispetta i membri del collegio dei questori che avrebbero dovuto esaminare e discutere in merito al contenuto del documento”, prosegue la parlamentare M5S.
Accuse a 5 Stelle – Ma non è tutto. “A me è stato sottoposto un documento che riportava la firma dei tecnici del Senato: ebbene il documento che è stato trasmesso all’altro ramo del Parlamento non riporta nessuna firma”, aggiunge la Bottici in un lungo post su Facebook. Ma cosa c’è scritto nella relazione sul ricalcolo contributivo dei vitalizi in essere trasmessa da Palazzo Madama a Montecitorio? Nulla di trascendentale. Si tratta, come La Notizia ha potuto verificare, di una raccolta di pareri giuridici, “espressi sul finire della scorsa legislatura”, sulla fattibilità dell’intervento con efficacia retroattiva sugli assegni degli ex parlamentari. Che nel 2018, bilancio di previsione alla mano, graveranno sui costi del Senato per 86,4 milioni di euro (3,9 milioni in più rispetto al 2017). Pareri di illustri giuristi – da Eduardo Gianfrancesco a Roberto Pessi, da Giuseppe Tesauro a Mauro Nori, solo per citarne alcuni. Sulla base dei quali la relazione dei tecnici del Senato “evidenzia innazitutto un profilo di criticità in ordine alla legittimità costituzionale dell’intervento prospettato”. E cioè il ricalcolo dei vitalizi in essere. Un intervento che “potrebbe agevolmente – in caso di approvazione dell’eventuale proposta di delibera – essere rilevato nelle competenti sedi giurisdizionali”. Insomma, il taglio dei vitalizi rischia di aprire un ampio contenzioso scatenando centinaia di ricorsi.
Ci vediamo in tribunale – Un contenzioso, rilevano gli Uffici di Palazzo Madama, che “dovrebbe radicarsi presso gli organi dell’autodichia del Senato”. Sebbene non possa escludersi che “eventuali ricorrenti adiscano il giudice ordinario richiamando la recente sentenza della Corte Costituzionale (la 262 del 2017)”. Come gli ex parlamentari, appunto, e i beneficiari di trattamenti di riversibilità che parlamentari non lo sono mai stati.
Andamento lento – Di certo, rispetto alla Camera, dove l’istruttoria è già in fase avanzata e sono già state effettuate le simulazioni del ricalcolo contributivo sui soli vitalizi diretti (con un risparmio stimato al momento intorno ai 18 milioni l’anno), il Senato è in ritardo. “Il Movimento 5 Stelle proseguirà nella battaglia per l’abolizione dei vitalizi in entrambi rami del Parlamento, con la massima celerità possibile – avverte in ogni caso la Bottici -. Anche se qualcuno sta tentando di porre degli ostacoli per mantenere i propri privilegi”. Il voto incombe e il tempo stringe. Si vedrà.