Ha ottenuto il risultato che voleva. Arrivando a domani, quando si voterà in Friuli-Venezia Giulia col suo fedelissimo, Massimiliano Fedriga, certo della vittoria, senza che sul fronte Governo ci sia nulla di deciso, visto che il Pd s’è preso una settimana di tempo per decidere che fare col M5s (il cui elettorato è tutt’altro che contento di stringersi nell’abbraccio con Renzi & C.). Matteo Salvini aspetta e spera, ma soprattutto incassa. I sondaggi infatti indicano la Lega come il partito che, se si tornasse a votare domani, guadagnerebbe più di tutti rispetto a circa due mesi fa. Quasi quattro punti in più, stando alla Supermedia elaborata da YouTrend sulla base delle rilevazioni di Euromedia, Ipsos, Noto Sondaggi, SWG e Tecnè. La curiosità sta nel fatto che il Carroccio non rosicchia solo da Forza Italia, che perde ulteriormente terreno attestandosi all’11,9% (-2,1%).
Ma molto probabilmente, visto l’1,2% di differenza che porterebbero a casa i grillini rispetto al 4 marzo – meno di un terzo rispetto al partito di via Bellerio – Salvini sta pescando anche dal bacino di Di Maio & C. In tempi di elettorati fluidi, certo, non c’è da stupirsi. Così come non c’è da sorprendersi del fatto che un’alleanza tra i cosiddetti vincitori sia cresciuta dal 24,9% dei 15 giorni post-elezioni al 30,1 delle ultime due settimane. Proprio mentre il gradimento di un asse fra M5s e Pd crollava dal 18,8% al 13.
Insomma, al momento Salvini sta cercando di evitare passi falsi. Strappare con Silvio Berlusconi, come ieri ha ribadito di non voler fare pur conscio delle distanze che li separano, in questo momento sarebbe suicida. Lo farebbe apparire come un traditore, spingerebbe la contraerea berlusconiana a colpire a più non posso. E vanificherebbe i progressi fatti: andando da soli, il 21,2% sarebbe inutile. Così come tagliare completamente i ponti col Movimento, dove – tra eletti ed elettori – i mal di pancia per il possibile accordo coi dem sono sotto gli occhi di tutti. “Io mi sento un po’ male al pensiero di fare un contratto di governo con il Pd, sono onesto – ha sostenuto ieri il deputato 5S Andrea Colletti – ed è quasi impossibile… diciamo che c’è il 20% di possibilità che questa interlocuzione vada a buon fine”. Insomma, la politica dei due forni di Salvini per adesso sembra dare ottimi risultati.
Ancor di più se, nell’ipotesi in cui lo stallo perdurasse fino a costringere il presidente della Repubblica a fischiare la fine, si tornasse a votare: ipotesi gradita dal 18,8% degli elettori (erano il 24,4 due settimane dopo le elezioni). A quel punto, andando All-in, ‘Matteo’ girerebbe il punto vincente. E il piatto si preannuncia ricco. Ricchissimo.
Twitter: @GiorgioVelardi