Il temuto attacco è arrivato. Alle ore 21 (le 3 in Italia) Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia hanno attaccato la Siria. Gli obiettivi, ha spiegato il presidente americano Donald Trump in un discorso alla nazionale, sono associati al potenziale di armi chimiche del dittatore siriano Bashar al Assad. Trump tra l’altro ha definito l’uso di gas chimici in Siria un “atto spregevole” qualificandolo come “crimini di un mostro”. Poco dopo il discorso di Trump hanno parlato, con forma diversa ma sostanza identica, anche la premier britannica Theresa May e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. La May, in particolare, ha precisato che l’obiettivo “non è un cambio di regime”, ma dissuadere “il regime” dal fare uso di armi chimiche. Stessa nettezza da parte di Macron: “La linea rossa fissata dalla Francia nel maggio 2017 è stata oltrepassata”.
Ovviamente non si è fatta attendere la risposta della Russia. “Le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze” ha dichiarato l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov secondo quanto riporta la Tass, la principale agenzia di stampa russa. In una nota sul profilo Facebook dell’ambasciata russa in Usa, Antonov ha sottolineato: “I peggiori timori si sono realizzati. I nostri avvisi sono stati inascoltati. E’ stato portato a termine uno scenario predeterminato. Ancora una volta veniamo minacciati. Abbiamo avvertito che azioni simili non sarebbero rimaste senza conseguenze. Tutta la responsabilità è di Washington, Londra e Parigi”.
Oer l’Ue a parlare è stato Donald Tusk: “I raid di Usa, Francia e Gran Bretagna dimostrano che il regime siriano, insieme a Russia e Iran, non può continuare questa tragedia umana, non senza perdite. L’Ue è con i nostri alleati dalla parte della giustizia”. Così il presidente del Consiglio Europeo.
Dal Pentagono il capo James Mattis ha commentato: “Questo è un chiaro messaggio per Assad”. “Lo scorso anno il regime di Assad non ha compreso bene”, ha detto Mattis riferendosi alla precedente attacco militare Usa in Siria: “Questa volta abbiamo colpito in maniera più dura insieme ai nostri alleati e ai suoi generali assassini. Se dovessero perpetrare un altro attacco con armi chimiche dovranno rispondere ancora di più alle loro responsabilità”. Tre gli obiettivi specifici ai quali ha mirato l’attacco sferrato dagli Usa alle 21 ora di Washington, tutti associati con il potenziale di armi chimiche siriano, riferisce la Cnn citando fonti della Difesa Usa. In particolare un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo.
Da Damasco, però, minimizzano: se la prima ondata di bombardamenti in Siria è finita i danni sono per ora limitati.
Ma intanto a parlare è stato la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che ha definito Trump, Macron e May dei “criminali”.
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani su Twitter, che annuncia: “Lunedi’ terremo un dibattito alla seduta plenaria a Strasburgo”.
In mattinata a rilasciare dichiarazioni anche Paolo Gentiloni. “L’Italia non ha partecipato” all’attacco in Siria e “il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria”. “Quella di stanotte è stata un’azione circoscritta, mirata a colpire le capacità di fabbricazione o diffusione delle armi chimiche, non può e non deve essere l’inizio di una escalation, l’Italia lo ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a farlo”.