Il 15 dicembre 1998, praticamente un’era geologica fa, in politica, l’allora leader della Lega Umberto Bossi diceva: “Silvio Berlusconi non vince mai. Anzi perde consensi. Eppure rimane lì. Bisognerà pur chiedersene il motivo”. Sono passati vent’anni esatti e oggi, malgrado il 4 marzo Forza Italia abbia raccolto il minimo storico (14%), le parole del Senatùr sono tornate prepotentemente d’attualità. La performance quirinalizia ‘regalata’ ai giornalisti dopo l’incontro col presidente della Repubblica, immortalato in una foto pubblicata sul profilo Twitter del Colle col Cav sorridente vicino a Sergio Mattarella, è entrata di diritto negli annali della politica. Del resto, bastava fare un giro sui social network per rendersene conto.
#Quirinale: il Presidente #Mattarella incontra i Gruppi “Lega-Salvini Premier”, “Forza Italia-Berlusconi Presidente” e “Fratelli d’Italia”, del #Senato della Repubblica e della #Camera dei deputati #Consultazioni2018 pic.twitter.com/glo6GvHINJ
— Quirinale (@Quirinale) 12 aprile 2018
Il presidente di FI ha in un colpo solo ingabbiato i due leader, Luigi Di Maio e soprattutto Matteo Salvini, l’odiato alleato trasformatosi da leader della coalizione a speaker di un comunicato scritto congiuntamente sulle cui parole “abbiamo discusso abbastanza”, ha precisato ‘Silvio’ prima di accompagnarne a gesti la lettura dello scritto, gomiti poggiati sul tavolo, e fatto capire chi comanda. Cioè sempre lui. Prova ne è il colpo di scena finale, evidentemente, a sentire gli staff di Lega e Fratelli d’Italia, non concordato né con ‘Matteo’ né con Giorgia Meloni. Mentre parlottando i due stanno guadagnando l’uscita, ecco che Berlusconi va davanti al microfono e in 12 secondi d’orologio fa scoppiare la bomba: “Mi raccomando fate i bravi – dice ai cronisti spiazzati dall’irritualità del gesto –, sappiate distinguere chi è un democratico e chi non conosce neppure l’Abc della democrazia. Sarebbe ora di dirlo chiaramente a tutti gli italiani. Auguri!”. Il riferimento è ovviamente al M5s, che per tutto il giorno aveva ribadito, qualora ce ne fosse bisogno, che mai e poi mai un “Governo del cambiamento” potrebbe includere lui e FI. Proprio quei grillini con cui Salvini continua a stringere accordi a livello parlamentare, a sperare di dare vita a un Esecutivo di Legislatura.
E infatti il candidato premier del Movimento non la prende per niente bene. “È chiaro che la coalizione è tuttora divisa, perché mentre il leader della Lega apriva al M5s, con una battutaccia nei nostri confronti Berlusconi ha dimostrato che il Centrodestra stesse sperando in questo momento nel Pd”, ribatte dopo il colloquio con Mattarella. Timore condiviso anche da Salvini, che ha ripetuto in tutte le salse che col partito ancora in mano a Renzi non vuole avere a che fare. Lui, ma certamente non il Cav, nella riedizione 2.0 del ‘Nazareno’. A quel punto, dentro la Lega si crea un problema mica da ridere. Tanto che i capigruppo intervengono distintamente dicendo però la stessa cosa. Comincia Gian Marco Centinaio (Senato): “Le parole finali di Berlusconi oggi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, né quella del Centrodestra che oggi si è espresso in maniera unitaria e concordata”.
Gli fa eco Giancarlo Giorgetti: “Se Berlusconi risponde all’orgoglio personale e non fa dei ragionamenti politici non aiuta – chiarisce l’‘eminenza grigia’ del Carroccio –. Noi diciamo che non vogliamo veti e non facciamo veti, per questo la sua dichiarazione finale non ci è piaciuta”. Ma ormai il danno è fatto. E dentro FI c’è pure chi sadicamente ci mette il carico. Twitta Simone Baldelli: “Di Maio si lamenta della ‘battutaccia’ di Berlusconi nei confronti di M5s, neanche li avesse citati definendoli ‘il male assoluto’…”. Come gettare altra benzina sul fuoco.
Twitter: @GiorgioVelardi