Terminato al Quirinale il primo giorno del secondo round di consultazioni, con la crisi siriana che irrompe imponendo un’accelerazione e il M5s ribadisce la propria chiusura nei confronti di Forza Italia. “Mai un Governo con loro – dice Luigi Di Maio prima di incontrare il capo dello Stato -. FI potrebbe risolvere l’impasse facendosi di lato e consentendo così un Governo M5s-Lega”. Poi, dopo il colloquio con Sergio Mattarella, il capo politico dei grillini aggiunge: “Con la Lega è inutile dire che c’è una sinergia istituzionale che ha permesso di rendere operativo il Parlamento immediatamente” ma “noi vediamo solo una soluzione per sbloccare questo stallo e investe Berlusconi: dovrebbe fare un passo di lato e consentire la partenza di un Governo del cambiamento, altrimenti se ci si ostina sullo schema del Centrodestra la nostra risposta è che non riteniamo possibile un governo del M5s con FI”. Insomma, se Salvini non ‘strappa’, dice Di Maio, “o vuole un governissimo, ipotesi alla quale siamo contrari, o vuole tornare al voto, ipotesi che scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura”.
Ferma la replica del partito di Silvio Berlusconi già prima di salire al Colle. Per la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, “la trattativa per la formazione di un governo tra Centrodestra e Cinque Stelle potrà avvenire solo attraverso l’accettazione esplicita e pubblica da parte dei grillini della basilare ed imprescindibile partecipazione di Berlusconi e di Forza Italia alla coalizione di Centrodestra”. Punto.
Ancora più chiaro Matteo Salvini, con al fianco Berlusconi e Giorgia Meloni dopo il faccia a faccia col capo dello Stato. “Abbiamo trovato una condivisione invidiabile e invidiata dalle altre forze politiche, siamo andati insieme al Colle per esprimere la comunità di intenti della nostra coalizione – ha detto -. Al presidente della Repubblica abbiamo proposto una serie di misure che gli italiani si aspettano, tra cui la riduzione delle tasse, la riforma delle pensioni, il contrasto all’immigrazione clandestina, la liberazione dall’oppressione burocratica, la pace e la sicurezza nel mediterraneo. Ci teniamo a ribadire che per quanto riguarda la grave crisi in Siria, siamo fermamente contrari a qualsiasi azione unilaterale: l’unica soluzione è quella dello storico riavvicinamento della Russia con l’Alleanza Atlantica”. Insomma, “intorno a questi temi è necessario formare un Governo che faccia cose, e non sia bloccato da veti: il Centrodestra è pronto a farsi carico di questa responsabilità unitariamente, formando un Esecutivo forte e di lunga durata. Ci aspettiamo dal M5s – ha aggiunto il leader della Lega – altrettanta responsabilità nei confronti del Paese: se continuasse il gioco di tattiche, di ‘no’ e di veti la speranza di cambiamento espresso dalle urne sarebbe subito disattesa”.
Dal canto suo, dopo l’incontro con Mattarella il Partito democratico ha detto nuovamente che lavorerà “su alcune questioni prioritarie, fondamentali per il Paese. Questa – ha detto il segretario reggente Maurizio Martina – è la funzione fondamentale del nostro partito in un momento particolare come questo a maggior ragione”. Non solo. “Chi ha prevalso il 4 marzo ha il dovere dire quel che deve fare senza balletti”. Il rinvio per la formazione del Governo “per aspettare le regionali è inaccettabile”. Finiscano “per il bene del Paese i tatticismi, i personalismi, i litigi e dicano se nelle condizioni di prospettare un governo per l’Italia. È un punto di responsabilità politica”, ha concluso Martina.
Ad aprire l’agenda degli incontri tra Mattarella e le forze politiche è stata giovedì mattina la delegazione del gruppo Per le autonomie (Svp-Patt, Uv) del Senato, guidata dalla presidente Juliane Unterberger. Poi è toccato al gruppo Liberi e Uguali di Camera e Senato. Domani mattina, al Quirinale saliranno il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, e i presidenti delle Camere, Roberto Fico (M5s) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (FI).
L’affaire commissione speciale – Sul fronte parlamentare, vanno tutte a Lega, M5s e FI le cariche all’interno dell’ufficio di presidenza della commissione speciale della Camera. Andrea Mandelli (FI) e Giorgio Trizzino (M5s) sono stati eletti vicepresidenti, rispettivamente con 15 e 14 voti. I segretari sono il grillino Vittorio Ferraresi (M5S) e Paolo Russo. Come previsto, il Carroccio porta a casa la presidenza con Nicola Molteni. Il Pd resta a bocca asciutta.
Il comitato sui programmi – “Oggi ho conferito ufficialmente a Giacinto Della Cananea l’incarico di esaminare i programmi ufficiali elettorali che sono stati presentati dalle forze politiche Lega e Partito democratico al fine di vagliare sia gli aspetti comuni, sia gli aspetti distintivi, segnalando le differenze di contenuto ritenute superabili e quelle – invece – insuperabili, al fine di valutare la compatibilità dei relativi programmi politici e, così, di avviare il percorso necessario a offrire un Governo stabile e utile al Paese”, ha ufficializzato Di Maio sul Blog delle stelle. “Della Cananea – ha aggiunto – si impegna a consegnare una relazione finale, entro il più’ breve tempo possibile e comunque non oltre il 30 aprile”.