“Un Governo, meglio un Governo politico si farà. Sia per l’istinto di sopravvivenza dei parlamentari sia perché c’è da fare la manovra. Che Esecutivo sarà? Reputo remota l’ipotesi di un Pd che faccia da junior partner di chiunque, figurarsi un nuovo Nazareno Renzi-Salvini. Quello tra Lega e M5s con una spruzzata d’azzurro mi sembra il più probabile, magari con un ‘Patto della Staffetta’ come fu ai tempi di De Mita e Craxi”. Scomoda la Prima Repubblica Mario Sechi, titolare di List, per fotografare quella che definisce come “la partita a scacchi” in vista della formazione del nuovo Governo. “Sulla quale – annota parlando con La Notizia – mai come stavolta sarà fondamentale il ruolo del capo dello Stato: meno maggioranza c’è e più potere di interdizione e decisione ha Mattarella”.
Quindi quelle in corso tra Di Maio e Salvini sono scaramucce tattiche?
“Chiamasi liturgia politica. È vero, come dicono entrambi, che quella per eleggere i presidenti delle Camere è stata una partita a sé. Ma senza colpo ferire, entrambi hanno portato a casa il risultato, con Berlusconi che ha dovuto cedere per non rischiare di perdere la presidenza del Senato. Peraltro, adesso sia il Carroccio sia i pentastellati stanno cercando di occupare più spazi possibili, come dimostra la spartizione delle vicepresidenze”.
Insomma, fare il Governo è così facile?
“Ovviamente no. È quella che io ho chiamato ‘la guida al non-Governo’”.
Ovverosia?
“La formula è 40-30-30. Al 40%, Mattarella potrebbe decidere per un Governo guidato da un primo ministro di mediazione indicato da lui con una maggioranza M5s-Centrodestra, al 30% potrebbe dare l’incarico a un premier espressione di un accordo forte tra i partiti stretto magari prima delle consultazioni, e per il restante 30% potrebbe rimanere Gentiloni con una squadra rimaneggiata. Per poi rivotare a febbraio 2019 col Mattarellum”.
Se un accordo dovesse trovarsi, chi farebbe il premier? Salvini, Di Maio, un tecnico?
“I premier tecnici hanno dimostrato di avere deficit di visione politica enormi, e poi questo sarà un Governo politico. Nel 1983, precedente certo non fortunato, ma tant’è, De Mita e Craxi fecero il ‘Patto della Staffetta’. Credo che sia Di Maio sia Salvini lo stringerebbero molto più volentieri tra loro che con Renzi, quello dello ‘stai sereno’”.
Ma i programmi collimano?
“Sulla revisione, non cancellazione della Fornero sono d’accordo entrambi, idem su taglio delle tasse, immigrazione, rapporto con Stati Uniti, Russia e riequilibrio della governance europea. Le linee di fondo sono quelle e gli elettorati sovrapponibili. Chi ci perde di più? Potenzialmente, sia Salvini sia Di Maio potrebbero incassare”.
Twitter: @GiorgioVelardi