“Se c’è una cosa che ho imparato in tredici anni di Parlamento è che il centro della politica è il pallottoliere, tutto il resto sono chiacchiere”. E “i numeri oggi dicono che un Governo si può fare solo col Centrodestra più un pezzo del Partito democratico, ad oggi una balena spiaggiata e i cosiddetti responsabili, che mi dicono già essere in movimento”. Non ha dubbi Paolo Guzzanti, già vicedirettore del Giornale ed ex parlamentare per tre legislature con Forza Italia e Partito Liberale. E l’ipotesi di un Esecutivo tra M5s e Lega di cui tanto si parla in questi giorni? “Impossibile”, risponde senza mezzi termini Guzzanti parlando al telefono con La Notizia.
Cosa glielo fa dire in modo così netto?
“La logica politica e aritmetica. È vero che i programmi di Lega e M5s sono molto simili, dall’abolizione della Fornero a quella del Jobs Act, e che messi insieme Luigi Di Maio e Matteo Salvini avrebbero la maggioranza. Ma a quel punto il leader del Carroccio si troverebbe nella condizione di dover scendere a un compromesso col partito di Beppe Grillo che verrebbe visto dal suo elettorato come un tradimento, anche e soprattutto del patto di coalizione con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. In più, a quel punto, la Lega rischierebbe seriamente di essere fagocitata proprio dai grillini, alla prima tornata elettorale pagherebbe un prezzo enorme. Non credo che Salvini voglia suicidarsi, politicamente s’intende”.
Tutto molto chiaro. Ma un Governo così come l’ha disegnato lei sarebbe un po’ fragile, non crede?
“Obiezione corretta, potrebbe indubbiamente ripresentarsi lo scenario del 2008 quando cadde il Governo Prodi II. Ma quando la Legislatura è partita poi la poltrona non la vuole mollare più nessuno. Se dovesse partire un Esecutivo del genere, non credo che si tornerebbe a votare prima di due anni, se non addirittura di più. Anche perché, diciamocelo francamente: tutti gridano contro lo ‘scandalo’ dei vitalizi ma poi gli stessi non vedono l’ora di arrivare al traguardo dei quattro anni e mezzo per maturarlo”.
Mi faccia fare l’avvocato del diavolo: così i Cinque Stelle griderebbero allo scandalo, complice il fatto di essere il primo partito. L’hanno ripetuto anche ieri: “È la volontà popolare”.
“È chiaro che l’elettorato grillino la prenderebbe male e nel Paese potrebbe aprirsi un forte scontro. Ma non sta scritto da nessuna parte che il primo partito debba per forza governare. Non lo faceva nemmeno la Democrazia cristiana qualche decennio fa, non lo fece il Partito comunista quando sorpassò proprio la Balena bianca. È un fatto emotivo, ma messo sul pallottoliere non è sufficiente per Governare da soli”.
Un’ultima curiosità prima di salutarla. Con un Berlusconi indebolito, anche se non del tutto fuorigioco, e una Forza Italia al minimo storico, ci avviamo verso quella che è già stata definita come Lega Italia?
“Quando uno vince tutti vogliono salire sul suo carro. Nonostante il fatto che l’elettorato italiano sia molto ‘libertino’, non credo che quello berlusconiano si sposterà in blocco su Salvini. Molto, come detto, dipenderà da cosa farà il segretario del Carroccio nella partita per il Governo. Ma ci sarà sempre una fetta di aficionados, diciamo il 10%, che non tradirà mai Berlusconi”.