Alla fine il patto Centrodestra-M5s, frutto dell’intesa raggiunta stamattina a Palazzo Grazioli dopo le tensioni di ieri tra i leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia regge e porta all’elezione del pentastellato Roberto Fico e di Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) alla presidenza – rispettivamente – di Camera e Senato. Il nome di Fico viene annunciato da Luigi Di Maio nell’assemblea dei deputati dopo che il trio Berlusconi-Salvini-Meloni aveva definito “non pienamente idonea” la candidatura di Riccardo Fraccaro, nome indicato ieri sera dai pentastellati per guidare Montecitorio. Dall’altra parte, ha fatto sapere il Carroccio, “è stato Silvio Berlusconi a fare il nome di Casellati: non è una vittoria della Lega ma di tutto il centrodestra che ne esce rafforzato”.
A Montecitorio, Fico – 43 anni, campano, grillino della prima ora e leader dei cosiddetti ‘ortodossi’ – è stato eletto al quarto scrutinio. Per essere eletto servivano almeno 311 voti (la metà più uno dei 620 deputati votanti). Il presidente uscente della commissione di Vigilanza Rai ne ha ottenuti 422 dai deputati di M5s, Lega e FdI che insieme ne disponevano di 498. Insomma, ne mancano all’appello una settantina. I 102 deputati Partito democratico invece hanno votato per Roberto Giachetti. Sessanta sono state le schede bianche, 21 le nulle, 5 le disperse, 7 i voti a Fraccaro. “Dobbiamo far sì che in quest’Aula i cittadini possano sentirsi rappresentati e tornino a riporre la loro fiducia – ha detto Fico nel suo discorso –. Invito tutti noi a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione”. Meglio: “Non consentirò scorciatoie né strozzature del dibattito parlamentare”, ha detto ancora il neo presidente della Camera ribadendo come “il taglio ai costi della politica” sia “uno dei principali obiettivi di questa legislatura”. Entro lunedì prossimo, i deputati dovranno dichiarare ufficialmente a quale gruppo parlamentare appartengono mentre martedì alle 15.30 i gruppi parlamentari dovranno riunirsi ed eleggere i rispettivi capigruppo.
A Palazzo Madama, invece, Casellati – 71 anni, avvocato matrimonialista, già componente del Csm e da oggi prima donna a sedersi su quella poltrona – è stata eletta anche lei al terzo scrutinio con 240 voti. Valeria Fedeli (Pd) ha incassato 54 voti, mentre le bianche sono state 14. Una sola preferenza per Paolo Romani (FI), 3 per Roberto Calderoli (Lega), 1 per Luigi Zanda (Pd), 2 per la neo senatrice a vita Liliana Segre, una per Maurizio Gasparri (FI), 2 per Roberta Pinotti (Pd) e una nulla. “Il Capo dello Stato, nel suo messaggio di fine anno, pochi mesi fa, ha detto che le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca e che a scriverla ‘sono gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro – ha ricordato Casellati – sono affidate le nostre speranze e le nostre attese’. Facciamo che queste speranze e queste attese che gli elettori ci hanno affidato non siano deluse e che trovino finalmente una risposta adeguata”. La neo presidente del Senato ha convocato la conferenza dei capigruppo per mercoledì prossimo alle 11.00. In precedenza, ha ricordato all’Aula la norma regolamentare relativa alla formazione dei gruppi, chiamati a costituirsi entro le 16.00 di martedì.
“Rispettiamo il voto, noi faremo opposizione – ha ribadito dal Pd Ettore Rosato –. La mia meraviglia è che il M5s abbia scelto di sostenere la Casellati. Con tutto il rispetto per la nuova presidente del Senato, è la donna che ha sempre rappresentato la visione di giustizia di Silvio Berlusconi. Evidentemente la voglia di un ‘posto’ è più forte dei principi”. “Ai nuovi presidenti oltre che gli auguri di buon lavoro va la nostra piena collaborazione”, ha provato a smussare gli angoli Lorenzo Guerini, fedelissimo di Matteo Renzi. Prima però di assestare il colpo: “A me sembra che sia nata una nuova maggioranza politica tra Di Maio e Salvini, con Berlusconi come ruota di scorta”.
Sia Fico (arrivato a piedi) sia Casellati hanno incontrato nel pomeriggio al Quirinale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A poche ore dall’elezione dei due nuovi presidenti delle Camere, dopo 466 giorni (come il Governo di Ciriaco De Mita del 1988-89) il premier Paolo Gentiloni si è recato al Colle per rassegnare le dimissioni: resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti. Poi Gentiloni ha incontrato sia Fico sia Casellati.
Il Presidente #Mattarella incontra l’Onorevole #Fico, Presidente della #Camera dei Deputati pic.twitter.com/sOb7usAeMX
— Quirinale (@Quirinale) 24 marzo 2018
Da adesso insomma si apre un’altra partita, quella della formazione del Governo. Non senza incognite.