“Abbiamo a che fare con uno sconvolgimento molto profondo”, annota subito Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita (La7). “Temo che a questa situazione di attesa e di stallo – prosegue parlando con La Notizia – possa seguirne una di maggiore agitazione sui mercati. Se lo spread dovesse salire di 100/150 punti nel giro di qualche giorno, verrebbe meno anche una certa serenità d’azione”.
Quindi come andrà a finire? Si riuscirà a formare un Governo?
“È vero che i programmi di Lega e M5s non sono così incompatibili, circostanza che potrebbe far pensare alla possibilità di un compromesso programmatico. Ma continuo a vedere complicato un accordo di lunga durata tra loro due, in particolar modo con Di Maio premier”.
Cosa glielo fa dire?
“Il fatto che Salvini non abbia convenienza ad essere subalterno al leader del M5s invece di giocarsi la sua partita. In più, in un discorso simile è difficile persino ragionare sul profilo di una figura ‘di garanzia’ che possa mettere d’accordo i due partiti”.
Un tecnico, magari col benestare di entrambi, non potrebbe andare bene?
“No. I programmi che Di Maio e Salvini vogliono portare avanti necessitano di una guida politica. Con tutte le incognite che si aprirebbero sul fronte dei conti pubblici, nessun Governo tecnico si assumerebbe la responsabilità di abolire la legge Fornero, tema comune a entrambi”.
E un accordo di corto respiro per rifare la legge elettorale e riandare a votare?
“Sinceramente, non credo alla possibilità di tornare rapidamente a elezioni. E poi, entrambi vogliono cose diverse: una legge elettorale col premio di coalizione la Lega, una col premio al partito il M5s”.
Non resta che l’ultima ipotesi, cioè quella di un ‘ingresso in campo’ del Pd.
“Il Pd aspetterà di vedere come si muoverà Mattarella nel momento in cui dovesse manifestarsi una permanente situazione di stallo. A quel punto, i vertici del partito potrebbero decidere di trattare per un appoggio esterno in cambio di alcune figure di garanzia nel Governo e di un programma ristretto a pochi punti con una data di scadenza fissata a un anno e mezzo al massimo. Ma secondo me sarebbe comunque un Esecutivo debole, claudicante”.
Ma in un’ottica di questo tipo, per lei chi ci guadagna e chi ci perde di più?
“Ci guadagna chi agisce nel campo del possibile e ci perde chi si muove in quello del puro tornaconto personale. In una situazione così complicata, dove a breve potremmo trovarci nuovamente a gestire l’emergenza immigrazione, gli italiani non capirebbero chi si arrocca. È impossibile pensare che il Pd scelga di stringere accordi a scatola chiusa col M5s, ma se mostrasse senso di responsabilità difficilmente non sarebbe ripagato dagli elettori. Dall’altra parte, però, Di Maio deve fare una mossa: al momento, non si è capito che cosa sia disposto a cedere in cambio di una collaborazione da parte delle altre forze”.
Berlusconi e Renzi sono fuorigioco o saranno protagonisti di questa trama?
“Il leader di Forza Italia no perché ci sono parecchie giunte che il Centrodestra governa unito, anche se sul lungo termine Salvini è destinato a diventare il leader dell’area. Quanto a Renzi, in questo momento deve stare alla finestra e aspettare: i giochi non li può fare lui”.
Tw: @GiorgioVelardi