Tanto si è detto e ancora di più si è scritto su Aldo Moro, sul suo sequestro, sulle Brigate Rosse e sulle interferenze politiche di quella stagione. Eppure, a quarant’anni dalla strage di Via Fani e dal ritrovamento del corpo del presidente Dc in Via Caetani, urge ancora scrivere un libro, raccontare fatti, mettere insieme i pezzi di un puzzle smontato per convenienza e opportunismo politico. Perché capire quella stagione, comprendere chi siano stati i responsabili di decisioni da cui poi è stato impossibile tornare indietro, aiuta a capire il corso storico impartito per ragioni eterodirette a un’Italia ancora piccola e immatura. Questi sono i motivi per cui Il puzzle Moro di Giovanni Fasanella, giornalista d’inchiesta accorto e attento ai dettagli che in casi come questi finiscono con l’essere capitali, non è un libro semplicemente da leggere, ma da mangiare con rabbia e curiosità, da consumare e sottolineare, da stamparsi nella testa.
Sulla base di documenti desecretati a Londra e a Washington e insieme alle recenti acquisizioni dell’ultima commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Moro, Fasanella dimostra un assunto archimedeo: una parte delle amministrazioni Usa, con gli inglesi e la complicità a vari livelli di Francia, Germania e Unione Sovietica insieme con Cecoslovacchia e Bulgaria, avevano interessi convergenti a fermare Moro. Ecco perché, come a giusta ragione riflette il giornalista, “la vicenda Moro costituisce un caso internazionale per eccellenza”. L’ex presidente della Dc era un politico accorto e lungimirante. In politica interna come e soprattutto in politica estera. Ed è questo il punto di svolta troppo spesso sottovalutato dai commentatori: tra gli anni ’60 e ‘70 la politica estera morotea, soprattutto quella mediterranea, e il disgelo nella politica interna tra Dc e Pci rappresentarono un pericolo gravissimo per gli equilibri mondiali.
Non è un caso che furono per primi i servizi segreti inglesi a sottolineare come la politica estera di Moro avrebbe portato “a conseguenze molto serie”, poiché volta a contrastare la leadership inglese specie in Asia minore. D’altronde è stata sempre Londra a predisporre un segretissimo dossier dal titolo eloquente: “Azione a sostegno di un colpo di Stato in Italia o di una diversa azione sovversiva”. E il caso, in questi delicatissimi scacchieri politici, difficilmente entra in gioco.