di Stefano Sansonetti
Può sembrare prematuro. Ma non è affatto strano che, in attesa dell’esito delle elezioni, stia cominciando a delinearsi una guerra di potere intorno alla Ragioneria Generale dello Stato. All’interno del centrodestra, nell’assunto che dall’esito delle urne possa nascere un Governo autosufficiente tra Forza Italia e alleati, oppure una grande coalizione Forza Italia-Pd-centristi, si va facendo strada un progetto di intervento sulla struttura che custodisce i segreti del bilancio dello Stato. E che oggi è inserita all’interno del Ministero dell’economia. Il Richelieu berlusconiano per eccellenza, ossia l’ex sottosegretario Gianni Letta, a quanto pare sta lavorando dietro le quinte per trasferire la stessa Ragioneria dal Ministero di via XX Settembre a Palazzo Chigi. Un piano su cui si sarebbe registrata anche la convergenza di un altro ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Luca Lotti, oggi ministro dello sport.
IL DETTAGLIO
Il progetto, che in questa fase non può che essere embrionale, prende le mosse dalla convinzione che la Ragioneria, con la sua ortodossia contabile, spesso e volentieri finisca con l’essere un ostacolo per i programmi portati avanti dalla struttura di Palazzo Chigi. La questione, a ben vedere, si inserisce nella dialettica non sempre facile tra Presidenza del consiglio e Ministero dell’economia, dove il potere di interdizione è appunto favorito dalla gestione delle leve del bilancio. Per questo, in attesa di capire cosa accadrà dopo il 4 marzo, sottotraccia il ragionamento ha già preso corpo. E un indizio molto preciso di cosa stia bollendo in pentola è arrivato lo scorso 20 febbraio alla Luiss, in occasione di un convegno sui 30 anni della legge 400 del 1988, che ha riformato l’ordinamento della Presidenza del consiglio. In quell’occasione sono intervenuti diversi ex sottosegretari di Palazzo Chigi, da Letta ad Antonio Catricalà, passando per Giuliano Amato ed Enzo Moavero Milanesi. Presente anche l’attuale sottosegretaria, Maria Elena Boschi.
IL CONCETTO
Ebbene, in un passaggio sfuggito ai più, ma non agli ascoltatori più attenti, Letta si è proprio riferito al potere della Ragioneria di mettere il becco su quasi tutti i provvedimenti governativi. Per questo, ha concluso, si potrebbe pensare a un suo trasferimento sotto il cappello di Palazzo Chigi. Una considerazione che ha trovato sponda anche nelle riflessioni di Amato e Catricalà, secondo i quali una Ragioneria ricondotta alla Presidenza del consiglio consentirebbe a Palazzo Chigi di esprimere appieno il potere di coordinamento della politica economica del Governo. Su questo FI e Pd la penserebbero nello stesso modo, per un piano che promette una vera guerra di potere. La Ragioneria, oggi guidata da Daniele Franco (proveniente da Bankitalia), è da sempre una struttura molto gelosa delle sue prerogative. Per questo la partita, laddove si creassero i presupposti per il fischio di inizio, sarà una delle più interessanti.