Durante la trasmissione In mezz’ora in più, su RaiTre, il candidato premier del Movimento 5 Stelle (M5s) Luigi Di Maio ha reso noto il primo nome della sua eventuale squadra di Governo. Si tratta di Sergio Costa, comandante Generale di brigata dei Carabinieri “che si è distino nella lotta ai crimini ambientali”, ha spiegato Di Maio.
“Questa sarà la settimana in cui il M5s presenterà una proposta al presidente della Repubblica di una lista di ministri, persone secondo noi ideali. Lo facciamo prima per spiegare agli italiani su quale patrimonio umano dovrebbe investire lo Stato”, ha premesso di Di Maio prima di rendere noto il nome di Costa. “Oggi – ha osservato – le mafie uccidono più con l’inquinamento che sparando”. Perciò “per il ministero dell’Ambiente ho intenzione di proporre un servitore dello Stato, il generale di brigata dei Carabinieri Sergio Costa, che si è distinto in questi anni nella lotta ai crimini ambientali”. Costa, ha spiegato, Di Maio, è stato “comandante della regione Campania dei Carabinieri forestali, ha scoperto la più grande discarica di rifiuti pericolosi d’Europa ed ha collaborato con la commissione antimafia”.
Costa, contattato dall’Ansa, ha spiegato: “Da servitore dello Stato, qualora il premier incaricato ritenesse di indicarmi come possibile Ministro dell’Ambiente, mi renderò disponibile”.
Ma non solo. Nella stessa sede, il vicepresidente della Camera ha parlato anche dei possibili scenari post-voto ribadendo la linea sulle alleanze: “Non sto pensando a un Governo né col Centrosinistra né col Centrodestra. Se la sera del voto non avremo la maggioranza faremo un appello a tutti i gruppi dicendo: ‘di voi non ci fidiamo ma mettiamo insieme temi singoli per programma di lavoro, firmiamo un contratto su un programma’. Non sono alleanze, non sono larghe intese”. Quanto alle accuse di Matteo Renzi sull’uso dell’immunità parlamentare per la denuncia di Vincenzo De Luca, l’interessato ha replicato: “Non ho mai usato l’immunità parlamentare, non utilizzo privilegi”. Quanto alla cosiddetta ‘rimborsopoli’, Di Maio ha detto: “I nostri che sono stati espulsi non erano impresentabili, ma hanno violato alcune regole e una certa idea di Movimento. Per 8 mele marce non si può dire che il M5s è uguale agli altri, 120 parlamentari hanno rinunciato a tutti i rimborsi”.
“Lega? Io non mi fido di nessuno – ha risposto il candidato premier del M5s – e spero che gli italiani impediscano al centrodestra di Berlusconi di raggiungere un risultato notevole. Questi qui litigano dalla mattina alla sera e non hanno neanche un candidato premier. Io sono cittadino della provincia di Napoli e Salvini non è che togliendo il nome Nord può far dimenticare tutte le volte che ha inveito contro il Sud”.